Le industrie tedesche scrivono a quelle italiane "Serve subito riapertura"

L’Europa fa i conti con se stessa, ma le imprese sono fortemente legate tra loro. È il caso specialmente dell’industria meccanica di Roma e Berlino

Le industrie tedesche  scrivono a quelle italiane "Serve subito riapertura"

Mentre l’Europa litiga, le imprese di Italia e Germania si scrivono lettere d’amore. Sono due sistemi industriali profondamente legati tra loro: Berlino è il nostro primo sbocco Ue per l’export. E la meccanica tedesca, soprattutto quella automobilistica, vive grazie alla nostra componentistica. Lo scrive Formiche.

Accade che gli industriali tedeschi hanno scritto ai vertici di Confindustria. È l’ora di ripartire e di farlo insieme. In due missive indirizzate al presidente Vincenzo Boccia e alla dg Marcella Panucci, la Bdi, la Confindustria tedesca e le tre principali associazioni dell’industria meccanica (Vdma) hanno rivolto un appello a riprendere gradualmente, tutelando la salute dei lavoratori e in maniera coordinata, l’attività delle imprese, per uscire dalla crisi economica generata dal blocco delle produzioni. È la ricetta per battere il coronavirus.

Si legge nella lettera: "Le economie dei due Paesi principali realtà manifatturiere d’Europa, pur specializzate in fasi di produzione diverse, sono complementari nelle filiere internazionali. Proprio per questo, il mancato rapido riavvio del maggior numero di settori produttivi in entrambi i Paesi potrebbe generare danni economici incalcolabili a livello globale". Nel secondo trimestre del 2020 il Pil tedesco crollerà di quasi il 10%, mentre a fine anno la contrazione della ricchezza teutonica sarà di almeno del 4%.

Una recessione vera e propria che ha spinto l’industria tedesca a cercare la sponda italiana. Con un messaggio perfettamente allineato a quello della sua omonima italiana: riaprire gradualmente, ma riaprire. Stesso messaggio anche dall’industria meccanica tedesca, il cuore pulsante dell’intera economia europea. Nella lettera a Viale dell’Astronomia, la Vdma parla chiaro: "La nostra gentile richiesta è che all’industria Italiana sia consentito di riprendere l’attività nella sua interezza, seppur in modo graduale, per poter supportare con successo la ripresa della produzione".

"La crisi relativa al coronavirus", scrivono, "rappresenta una grande sfida per l’industria in Europa. In molti casi, le fabbriche hanno dovuto chiudere e di conseguenza le filiere di fornitura sono state interrotte. Ora che è giunto il momento di guardare di nuovo avanti, la sfida è quella di rimettere in funzione le fabbriche europee, proteggendo al contempo i dipendenti dai rischi di infezione".

La lettera della Vdma a Confindustria si chiude con un inno all’integrazione. La meccanica tedesca e la manifattura italiana sono indissolubili.

L’industria meccanica tedesca "ha un rapporto molto stretto con i suoi clienti e fornitori italiani e viceversa. Le aziende metalmeccaniche tedesche e italiane non solo svolgono un ruolo economico insostituibile, ma necessitano dei loro rispettivi fornitori e partner, in quanto fulcro del valore europeo".

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