L'«Italia spa» apre la caccia al socio

Che sia un cavaliere bianco sceso in campo per salvare la società, o un alleato che aiuti a far emergere delle energie per il rilancio, la «caccia al socio» strategico sta dilagando nella corporate Italia. Da Mps a Telecom, passando per la galassia Finmeccanica, fino ad Alitalia, non mancano certo all'appello le società che nei prossimi mesi dovranno aprire il capitale.
Colpa della crisi che ha insegnato all'«Italia Spa» a fare di necessità virtù, aprendo le porte dei propri consigli di amministrazione a chi ha una maggiore forza finanziaria. Ma è anche il segno di un'epoca, in cui ce la fa solo chi cresce e si rafforza, superando le logiche nazionali.
Basti pensare ai casi avvenuti nel settore della raffinazione. La Erg della famiglia Garrone ha stretto un'alleanza con i russi di Lukoil e poi ha diversificato il business così come, più di recente, la Saras dei Moratti ha aperto le porte alla russa Rosneft che, considerando anche le azioni rilevate in Opa, detiene ora il 21% del gruppo. Venendo alla stretta attualità, sul fronte bancario il Monte Paschi è alla ricerca di un socio stabile, che lo aiuti a risollevarsi dopo lo scandalo derivati, ascrivibile alla gestione Mussari, e i quattro miliardi di aiuti iniettati dal Tesoro tramite i Monti-bond. Il candidato numero uno, secondo le indicazioni del presidente Alessandro Profumo, è un socio industriale, non bancario, ma interessato a un investimento di lungo periodo, italiano o straniero. «Ho riscontrato interesse da parte di investitori italiani, che rappresentano interessi stranieri. Si tratta di un'attenzione per Siena, per Banca Mps e per l'Italia», ha confermato il sindaco della città del Palio, Bruno Valentini, ribadendo che ci sono «investitori disposti a comprare quote» dalla Fondazione Mps, che è ancora il primo azionista di Rocca Salimbeni ma deve fare cassa.
Nel settore delle telecomunicazioni, in fermento dopo che il magnate messicano Carlos Slim ha riavviato il risiko, Telecom Italia è da tempo a caccia di un nuovo azionista, anche e soprattutto in vista dello scioglimento (a settembre) del patto di Telco, la holding che la controlla. Sul tavolo, in questi mesi, sono sfilati diversi nomi, da H3g all'americana At&t, fino ad arrivare alla Cassa depositi e prestiti. La «caccia al socio» vede poi protagonista anche il settore dei trasporti. Da quando, il 12 gennaio scorso, hanno iniziato a cadere i vincoli di lock up, si sono moltiplicate le indiscrezioni su un prossimo riassetto proprietario di Alitalia: si è così parlato dei russi di Aeroflot, degli arabi di Etihad e soprattutto della francese Air France, già partner industriale dell'ex compagnia di bandiera italiana.
Non è da meno la galassia Finmeccanica che, in bilico da più di un anno su un piano di dismissioni mai portato a termine, di recente avrebbe rinunciato alle cessioni in favore della ricerca di nuovi alleati a cui aprire il capitale, almeno nei casi di Ansaldo e Breda.
Nel piccolo mondo delle utility, poi, raffreddatasi l'ondata di aggregazioni, la ricerca del socio si muove per linee di business; A2a e Iren, a esempio, sono a caccia di partner nel settore ambientale. Al di fuori del mondo delle quotate, uno dei casi più recenti riguarda l'Inter, di cui Massimo Moratti sta pensando di cedere la maggioranza al magnate indonesiano Tohir.

Restano in attesa di un cavaliere bianco anche Windjet e la Meridiana dell'Aga Khan, mentre si punta a un aiuto per sbarcare in Borsa nei casi di Moncler (che lo ha da poco individuato in Tamburi), Amaro Averna, Harmont & Blaine.

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