Coronavirus

L'allarme di Visco, "grave rischio di ribasso del Pil"

Lo ha dichiarato il governatore di BankItallia dall'Assiom Forex

L'allarme di Visco, "grave rischio di ribasso del Pil"

Una previsione sull'andamento dell'economia per nulla "rosea" quella fatta dal governatore di BankItalia, Ignazio Visco, all'Assiom Forex.

Da Palazzo Koch si stima "una crescita ancora molto contenuta" nel 2020, "dopo la sostanziale invarianza del 2019", mentre, relativamente ad un incremento dell'economia "più elevata nel prossimo biennio", "gravano rilevanti rischi al ribasso", a causa "delle dispute commerciali internazionali", dell'incremento delle "tensioni geopolitiche", oltre che per il diffondersi del "coronavirus".

Per Ignazio Visco, l'economia italiana non è ancora fuori dalla crisi ma, anzi, il rischio del ribasso del Pil è una possibilità tutt'altro che remota, considerando che "La stima preliminare dell'Istat indica una flessione del prodotto dello 0,3 per cento nel quarto trimestre dello scorso anno, presumibilmente anche riflesso di un'evoluzione particolarmente sfavorevole delle componenti più erratiche della domanda finale. Sul fronte interno i mercati finanziari stanno per il momento beneficiando del calo dell'incertezza politica. Ma non si è ancora riusciti a sconfiggere la cronica vulnerabilità legata alle prospettive di medio termine della finanza pubblica e della crescita economica".

Insomma, ci sono numerosi variabili da tenere sotto controllo a partire dal coronavirus. "Ai fattori di rischio si sono ora aggiunte le possibili ricadute della diffusione del nuovo coronavirus, specie sull'economia cinese che negli ultimi anni è stata uno dei principali motori della crescita mondiale". Sugli effetti del virus il governatore ha sottolineato che la Banca d'Italia sta stimando i possibili effetti sull'economia, anche se "è difficile stimare la durata".

L'effetto del coronavirus "potrebbe essere temporaneo e contenuto per l'economia europea e quella italiana in pochi decimi di punto percentuale di minore crescita della domanda aggregata", ha sottolineato Visco. "Ma - ha aggiunto - non si può escludere un impatto più significativo. Da un lato, il peso della Cina è oggi nell'economia globale molto più alto di quello che era quasi venti anni fa quando ebbe origine la Sars. Dall'altro, si potrebbero innescare meccanismi analoghi a quelli che da alcune parti sono stati definiti come una piccola de-globalizzazionè, con minori movimenti di persone, per i timori di contrarre e diffondere il virus, e minori investimenti, per l'incertezza sulla domanda futura".

Poi il governatore traccia la strada da seguire, a partire da quella dell'unione bancaria Ue. In Europa "va completata l'Unione bancaria, prevedendo innanzitutto strumenti adeguati per la gestione ordinata delle crisi di tutti gli intermediari.

Va anche definito un percorso per l'introduzione di un sistema genuinamente comune di assicurazione dei depositi e vanno evitate iniziative che possano risultare procicliche o mettere a rischio la stabilità finanziaria".

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