Economia

Legge stabilità, ora anche il Pd vuole vendere le spiagge

Presentati una decina di emendamenti da Pd, Pdl e Lega: l’obiettivo è vendere le aree dove sono gli stabilimenti balneari, sinora in concessione, per "contribuire al risanamento dei conti pubblici"

Legge stabilità, ora anche il Pd vuole vendere le spiagge

Ma non erano quelli del centrodestra che, per fare soldi, volevano vendere tutti i beni dello Stato, compreso il Colosseo? Questa, almeno, era l'accusa mossa dalla sinistra a Pdl e Lega. Ora però, quantomeno sul tema della "vendita delle spiagge", sono stati presentati una decina di emendamenti al ddl stabilità: se andiamo a vedere chi li ha presentati scopriamo che la maggior parte provengono dal Pdl, ma ce ne sono anche del Pd e della Lega. Sono testi quasi "fotocopia". L’obiettivo comune è quello vendere le aree dove si trovano gli stabilimenti balneari, sinora in concessione, per "contribuire al risanamento dei conti pubblici" e "offrire agli attuali concessionari il diritto di prelazione all’acquisto". Tra i firmatari del Pdl: Antonio D’Alì, Sacconi, Bonfrisco, Ceroni, Milo, Mandelli, Bruni, Gasparri, Romani e Chiavaroli. Tra i presentatori dell’emendamento Pd ci sono Manuela Granaiola, Salvatore Tomaselli, Donatella Albano, Massimo Caleo, Camilla Fabbri, Nicoletta Favero, Andrea Marcucci, Venera Padua, Vito Vattuone. Della Lega la presentatrice è Silvana Comaroli.

Deputata democratica: no a pregiudizi

"Sull’emendamento da me presentato - dice Manuela Granaiola (Pd) - si può essere o non essere d’accordo, ma non si possono sparare giudizi o attacchi grossolani, dettati dall’ignoranza della materia, dalla pigrizia mentale e da vetusti, quanto nocivi, preconcetti e pregiudizi, forieri solo di nuovi equivoci e di ulteriore confusione. L’emendamento in questione - sottolinea in una nota - nasce da un’ipotesi prospettata dal sottosegretario all’economia, l’on. Pier Paolo Baretta e dal Direttore dell’Agenzia del Demanio, Dr. Scalera, ad un tavolo di confronto con le associazioni di categoria e con molti deputati e senatori di diversi schieramenti politici. Ipotesi a mio parere molto interessante, sulla quale, dopo un approfondito dibattito con i concessionari al SUN di Rimini ( presenti più di mille persone ) c’è stata la totale convergenza di tutte le associazioni di categoria".

Ma, sempre nel Pd, c'è chi non vede alcuno spiraglio di intesa tra Pd e Pdl: "È impossibile pensare ad accordi che portino alla svendita delle spiagge, il Pdl vede intese che non esistono", dicono i deputati del Pd Michele Anzaldi e Federico Gelli. "La svendita del patrimonio paesaggistico - spiegano i deputati - non può certamente avere l’appoggio del Partito democratico. Tra l’altro il Pdl al Senato è arrivato a proporre misure che non stanno né in cielo né in terra: utilizzare il ricavato dell’eventuale vendita per finanziare un fondo per l’erogazione di mutui a favore degli stessi titolari di stabilimenti balneari che intendono procedere alla ristrutturazione dei propri immobili. In pratica lo Stato vende le spiagge e i soldi che incassa li rende disponibili per gli imprenditori balneari che intendono investire nella ristrutturazione dei beni. Si tratta - concludono - di proposte impossibili e inaccettabili".

Alla fine il Pd ritira l'emendamento

"I senatori del Partito democratico hanno ritirato l’emendamento a riprova che non vi era alcuna intenzione da parte loro di cedere o svendere spiagge o altre aree demaniali marine". Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda. "La senatrice Granaiola e gli altri firmatari dell’emendamento hanno però posto un problema reale che riguarda la necessaria tutela del settore turistico - balneare e degli interessi degli operatori.

Su questi temi il gruppo del Pd del Senato si attiverà, anche in sede europea, per ottenere la giusta applicazione della direttiva servizi al sistema italiano di balneazione attrezzata".

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