Economia

Legno strutturale, decreto da modificare per non far chiudere i cantieri edili

Il presidente di Assolegno, Angelo Luigi Marchetti chiede la modifica urgente del decreto compensazione per il caro materie prime: "Così le aziende edili che partecipano ai bandi pubblici non possono rinegoziare con le amministrazioni. Serve chiarezza per bloccare il settore, anche in vista degli investimenti previsti dal Pnnr"

Legno strutturale, decreto da modificare per non far chiudere i cantieri edili

Un dettaglio, una voce contenuta nel decreto del ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili che dovrà regolare la lista dei prodotti che saranno oggetto di compensazione per il caro materie prime nei bandi pubblici che ha fatto scattare l’allarme rosso perché mette a rischio cantieri edili aperti o da aprire, con danni facilmente immaginabili sul fronte delle perdite economiche e degli esuberi di lavoratori. Una voce da riscrivere prima dell’approvazione del provvedimento sostituendola con “legname da costruzione”.

Situazione denunciata da Angelo Luigi Marchetti, presidente di Assolegno, associazione di FederlegnoArredo che chiede di fare chiarezza con urgenza. “Penso a una svista, nel senso che nel decreto è stata inserita una voce che si riferisce a sottomisure di legname come ad esempio un listone di abete che non può essere utilizzato per interventi strutturali perché ha requisiti completamente diversi. O è stato utilizzato un vecchio elenco o non si sa che tipo di legname da costruzione viene utilizzato. È una stranezza e stiamo dialogando perché venga fatta al più presto la modifica spazzando via le incertezze”.

“È indispensabile per tutelare le aziende impegnate in lavori pubblici in corso e quelli futuri consentendo che vadano avanti e siano finiti nei tempi stabiliti. Dobbiamo tutelare tutta la filiera. L’aumento del costo del legno da costruzione è stato impressionante, tra il 180% e il 230% nel 2021, a cui si sono aggiunti problemi di approvvigionamento - aggiunge Marchetti -. Situazione che costringe tantissime imprese a dover rinegoziare con le amministrazioni pubbliche, gli enti che hanno lanciato i bandi e per poterlo fare devono avere la certezza di poter accedere alle compensazioni. Se si è fatta una gara nel 2020 mai i prezzi nel 2021 hanno avuto un’impennata esponenziale si mette in crisi un intero sistema. Quindi la politica deve dare subito un’indicazione migliore, precisa, perché più passa il tempo più diventa difficile cambiare e la situazione potrebbe aggravarsi rapidamente a causa dell’impossibilità di interagire nel rapporto pubblico-privato. Pensiamo a un piccolo costruttore che utilizza una componente in legno strutturale e ha problemi a farsi riconoscere l’aumento dei prezzi: si può bloccare. Se il progetto approvato da un bando prevede questa preziosa materia prima non può sostituirlo con un altro materiale”.

Fare chiarezza subito anche un altro motivo, l’adamento del mercato, sottolinea il presidente di Assolegno: “Il Pnnr prevede prevede anche interventi per la ristrutturazione e la riqualificazione degli immobili. Siamo tutti in attesa che questo trovi forma compiuta in modo da permettere alle amministrazioni di investire velocemente in infrastrutture come la logistica, la viabilità e altre opere strategiche ma anche in scuole, ospedali e ancora in sostenibilità, digitalizzazione. Oltre a questo ci sono i temi del risparmio energetico e della sicurezza degli immobili, tenendo conto che il nostro è un territorio sismico”.

”Vanno messi in campo tutti gli interventi in base ai nuovi requisiti. È la politica che l’Italia condivide con l’Unione europea - conclude Angelo Luigi Marchetti -. Sarà una leva incredibile che ci accompagnerà dal 2022 al 2026 con una visione quadriennale. La speranza è che tutti accelerino perché torniamo all’annoso problema che anche quando i soldi ci sono non abbiamo la capacità di spenderli. Invece vanno spesi rapidamente e bene per accelerare la crescita.

Non dimentichiamo che il legno è un materiale rinnovabile per eccellenza e le nuove direttive europee vanno in questa direzione, nella logica dell’economia circolare e della transizione ecologica”.

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