Leogrande sale su Alitalia per l'ultimo salvataggio

Da oggi il nuovo commissario al lavoro. Si parte dal nodo nazionalizzazione e dal giudizio della Ue

Leogrande sale su Alitalia per l'ultimo salvataggio

Atlantia non sarà un partner di Alitalia. Lo ha detto ieri il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, all'incontro durante il quale ha presentato ai sindacati il nuovo commissario straordinario della compagnia, Giuseppe Leogrande, che da oggi sostituisce Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo che in 2 anni e mezzo hanno mancato l'obbiettivo di cedere la società. Patuanelli, a proposito della società del gruppo Benetton, ha precisato: «La decisione spetta al commissario, ma come ministro io non darò l'autorizzazione». Per Alitalia si apre dunque un nuovo scenario poco nitido e nessuno nega che siamo ormai ai tempi supplementari. Nulla è escluso (salvo Atlantia). Leogrande ha già incontrato l'ad di Lufthansa, Carsten Spohr, e ha riferito che avrà a breve un incontro con Delta: sono, a diverso titolo, i due interlocutori aeronautici sui quali si è puntato in questi mesi. Piuttosto, in questa apertura a qualunque opportunità, va rilevato che secondo il commissario l'eventuale intervento «di nazionalizzazione va quantomeno studiato». Affermazione gradita (e quasi sollecitata) dai sindacati perchè permetterebbe di affrontare una ristrutturazione meno traumatica sul fronte dell'occupazione. Ma significherebbe, al tempo stesso, allontanare l'ipotesi di ingresso di Lufthansa, disponibile a rilevare la compagnia con flotta e personale ridotti e priva della presenza dello Stato.

Il tema nazionalizzazione sul tavolo del commissario va meglio analizzato, perchè teoricamente lo status giuridico di amministrazione straordinaria mette già la compagnia sotto un ombrello pubblico, provvisorio. L'ipotesi di nazionalizzazione diventerà attuale tra alcune settimane (presumibilmente), quando la commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager, emetterà il suo verdetto sul prestito ponte (finora) di 900 milioni. Poichè tutti si aspettano che il finanziamento sarà considerato aiuto di Stato, la mossa conseguente sarà liberare del debito la compagnia, scindendola in una newco titolare di tutte le attività, e in una bad company titolare delle passività. La newco, a quel punto, resterebbe automaticamente di proprietà del Mef per la semplice ragione che per Alitalia non sono stati trovati acquirenti. La newco finora prevista doveva appartenere alla cordata Mef-Atlantia-FS-Delta, ormai sbriciolata.

Su questi temi dovrà esercitarsi il commissario Leogrande, avvocato esperto di procedure concorsuali. Con lo stesso schema good-bad company, è riuscito a trattenere in vita Blue Panorama, poi acquistata dal gruppo Uvet. Qui nella gestione aeronautica, è stato affiancato da un manager come Giancarlo Zeni, oggi ad.

Zeni, che ha un passato come manager commerciale di Alitalia ai tempi della gestione Cimoli, viene indicato come probabile capo operativo della compagnia, e ne avrebbe esperienza e capacità. E ieri Leogrande ha accennato a «qualche acquisto in termini manageriali». Pensando forse a lui.

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