Economia

"Finanza vicina ai clienti": perché Doris è stato un rivoluzionario

Doris ha portato in Italia l'idea di una banca senza sportello ma soprattutto è stato un imprenditore finanziario che ha scommesso sull'idea di una finanza al servizio dell'uomo negli anni in cui in tutto il mondo il vento spirava in direzione opposta: il suo contributo come innovatore di sistema è stato profondo e influente

"Finanza vicina ai clienti": perché Doris è stato un rivoluzionario

La morte di Ennio Doris priva il mondo economico-finanziario italiano di un suo indubbio, discreto protagonista. Una figura che ha attraversato gli ultimi quattro decenni di storia finanziaria del Paese con uno stile discreto e con una profonda empatia, di cui è stato spesso sottovalutato il ruolo di innovatore. Oggi giustamente ricordato in prima battuta da tutti gli esponenti istituzionali che hanno espresso cordoglio per la scomparsa del fondatore di Banca Mediolanum.

"Un grande innovatore, un ottimo imprenditore propugnatore di una finanza a misura di cittadino", lo ha definito Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia. Una definizione che in poche battute condensa l'uomo, l'imprenditore e il finanziere Doris. Un uomo che ha saputo progettare il futuro della finanza italiana mentre ancora, tra istituti laici, banche filo-democristiane, banche di interesse nazionale il contesto del nostro Paese era segnato dal dualismo finanza-politica, dal "salotto buono" milanese, dal capitalismo di relazione. Un futuro costruito senza per questo cedere alle sirene dello sdoganamento totale del primato della finanza sull'economia reale che nel 1982, anno di nascita di Programma Italia, la prima rete di consulenti globali nel settore del risparmio, suonavano con sempre maggior forza.

All’imprenditore finanziario di Tombolo si deve in primo luogo la scoperta pionieristica della gestione attiva del risparmio offerta a tutte le famiglie con strumenti nuovi. L'idea della banca "costruita attorno a te" dei celebri spot pubblicitari in cui Doris, caso unico tra i grandi finanzieri italiani, si mostrava con il suo volto aveva alla radice la volontà di mantenere il vincolo fiduciario che dal 1995 in avanti, a partire cioè dalla costituzione di Mediolanum, Doris ha sempre visto alla base dei rapporti con i clienti. La sua idea di sradicare il sistema bancocentrico e di creare collegamenti diretti tra il risparmio privato e l'economia reale grazie all'intermediazione di una struttura agile e professionale lo ha accompagnato per tutta la vita.

Nato a Tombolo, vicino Padova, nel 1940 Doris da giovane sognava di svolgere il lavoro di mediatore di bestiame, emulando il padre. Il destino gli ha riservato una lunga carriera nella finanza e nella gestione del risparmio che ebbe la sua premessa nel decennio (1971-1981) alla Dival (Gruppo Ras), in cui, partito con una ristretta squadra, in pochi anni arriva a gestire oltre 700 professionisti e collaboratori. "Li'", raccontava, "ho capito quello che dovevo fare: aver successo non perché sono bravo a vendere qualcosa, ma perché sono utile alle persone. Per farlo, però, devo avere a disposizione tutti gli strumenti necessari, compresi quelli bancari". L'innovazione più importante fu creare una possibilità di impiego al "denaro che viene dal sudore e dal sacrificio", mettere l'uomo al centro del contesto finanziario negli anni in cui il meccanismo sembrava funzionare in maniera opposta, e cioè la finanza pretendeva di avere spazi centrali nell'esistenza umana. Doris, in sinergia con Sivlio Berlusconi e il gruppo Fininvest, dimostrò questo principio anche quando la sua banca, già affermata, si trovò a dover gestire la buriana della Grande Recessione nel 2007-2008. Mediolanum intervenne rimborsando con 120 milioni di euro gli 11mila clienti impattati dalla crisi, senza dunque creare danni al patrimonio complessivo della società e ai suoi interlocutori.

Ennio Doris a settembre ha lasciato la guida Banca Mediolanum con in dote una rete di oltre 5.600 family banker, 3.140 dipendenti e una capitalizzazione di borsa della società di 6,5 miliardi di euro. La banca senza sportelli, leggera e fluida da lui portata in Italia come evoluzione della sua rete di consulenza ha puntato ad essere vicina ai clienti attraverso il telefono, trapiantando nella Penisola un modello che all'epoca della nascita di Mediolanum funzionava soltanto nel Regno Unito. Inoltre, Doris fu tra i primi a capire l'importanza di Internet, portando Mediolanum, come ha scritto Il Sussidiario a fare da "battistrada fra le new banks europee (in Italia anzitutto Fineco e Banca Generali)".

Mediolanum nell'era Doris ha promosso l'innovazione tecnologica nei servizi bancari, continuando ad anticipare i tempi e le richieste di una clientela sempre più esigente e digitalizzata. Dal 2017 in avanti l'obiettivo del gruppo è stato quello di dare un contributo nel canalizzare l'enorme risparmio privato italiano verso l'economia reale grazie ai Piani individuali di risparmio. In un certo senso, Doris ha fatto da apripista a ogni discorso sulla finanza sostenibile oggigiorno in voga rifiutando l'idea di una banca intrappolata nelle gore morte della speculazione borsistica e delle scommesse fine a sé stessi.

"Fare i soldi con i soldi" non è mai stata la priorità di Doris: "essere una banca etica", affermò nel 2012, "vuol dire sostenere i nostri clienti e crescere assieme". Una scommessa lanciata nel pieno della crisi generata da un sistema che aveva scordato tale precetto.

E che oggigiorno dà l'idea della lungimiranza del grande innovatore, imprenditore e osservatore del sistema finanziario che è stato Ennio Doris.

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