Primi spiragli di luce per la moda italiana per cui si inizia ad intravvedere, nel primo semestre del 2014, un'inversione di tendenza e il ritorno alla crescita (+2,1% il fatturato stimato rispetto allo stesso periodo del 2012) trainata dall'export e sostenuta anche dalla ripresa del mercato interno. Lo sostengono le stime e le proiezioni di Smi (Sistema Moda Italiania)-Liuc. Nel frattempo tuttavia il settore abbigliamento-tessile, si appresta a chiudere un altro anno in calo (a 50,1 miliardi di euro -1,9%), contrassegnato da un mercato interno in contrazione (-5,8%), dalla chiusura di numerose realtà imprenditoriali e dall'emorragia sul fronte occupazionale.
Trainanti sono state le esportazioni, pari a 26,98 miliardi (+1,1%), il record degli ultimi quattro anni. Il made in Italy in particolare è destinato a «Far East, con Cina e anche Corea in evidenza, agli Usa che finalmente hanno ripreso a marciare e Russia.
Scenario drammatico sul fronte occupazionale. In un anno sono scomparse dai radar 500 aziende (-1% sul 2012) e 9300 posti di lavoro (-2,2%).
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