Economia

L'Italia non cresce più dal 2011: ora è in stagnazione

L’economia italiana è in recessione con due trimestri consecutivi di crescita negativa

L'Italia non cresce più dal 2011: ora è in stagnazione

L'Italia non cresce nemmeno con le nuove regole sui conti nazionali. Grazie alla correzione imposta da Bruxelles, il pil del primo trimestre 2014 ha registrato una variazione nulla sul trimestre precedente. L’Italia sarebbe quindi in stagnazione considerando che il prodotto interno lordo del secondo trimestre è diminuito dello 0,2% sul trimestre precedente e dello 0,3% su base annua. "Il pil dell’Italia - avverte l'Istat - non è più cresciuto in termini congiunturali sin dal secondo trimestre del 2011". Non solo. Nel secondo trimestre del 2014 il livello del pil è calato fermandosi a 385,776 miliardi di euro: è il valore più basso dal primo trimestre del 2000, ovvero da 14 anni.

L’economia italiana è in recessione con due trimestri consecutivi di crescita negativa. "Ad aprile-giugno - afferma l’Istat - il pil italiano è diminuito dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2013 e dello 0,2% nel confronto con gennaio-marzo". Questi dati sono coerenti con il nuovo sistema di calcolo "Sec 2010" e mostrano un peggioramento rispetto alle stime diffuse a fine agosto che avevano come riferimento i conti in Sec 1995 e indicavano un calo del pil dello 0,2% sia congiunturale sia su base annua. "Il secondo trimestre del 2014 - spiega l’istituto di statistica - ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto a gennaio-marzo sia rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso". Nel confronto con il trimestre precedente i consumi sono cresciuti dello 0,1% mentre gli investimenti fissi hanno avuto una flessione dello 0,9%. Le importazioni sono aumentate dello 0,8% e le esportazioni dell’1,1%.

"La domanda nazionale - sottolinea l'Istat - al netto delle scorte ha fornito un contributo nullo alla crescita del pil: +0,1 punti percentuali i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private, -0,2 gli investimenti fissi". Secondo gli analisti dell'istituto di statistica, la dinamica delle scorte "ha contribuito negativamente alla variazione del pil (-0,3 punti percentuali), mentre l’apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,1 punti percentuali". Nel secondo trimestre "ci sono stati andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto di tutti i settori: industria -0,5%, servizi -0,1% e agricoltura -1%. In termini tendenziali, il valore aggiunto delle costruzioni è diminuito del 2,3%, quello dell’industria in senso stretto dello 0,4%, quello dell’agricoltura dello 0,6% e quello dei servizi dello 0,1%". Ad aprile-giugno il pil è aumentato su base trimestrale dell’1% negli Stati Uniti e dello 0,9% nel Regno Unito, è rimasto stazionario in Francia mentre in Germania ha avuto un calo dello 0,2%.

Nel confronto annuo c’è stato un aumento del 3,2% nel Regno Unito, del 2,5% negli Stati Uniti, dell’1,3% in Germania e dello 0,1% in Francia.

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