Gian Maria De Francesco
Roma La crisi non è ancora finita, ma gli italiani cercano di affrontarla con un po' più di ottimismo riprendendo a consumare. Più che la razionalità prevale il contenuto emotivo nell'ultima edizione dell'indagine sul risparmio realizzata dall'Acri in collaborazione con Ipsos. Gli italiani «stanno uscendo da una situazione psicologica negativa», ha spiegato il presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, aggiungendo che «non c'è più l'ansia di risparmiare dato che aumentano i consumi».
In particolare, si è evidenziato un miglioramento del clima di fiducia: i pessimisti sono il 12% contro il 22% di ottimisti. La speranza si concentra soprattutto al Nord: al Nord Ovest la quota di fiduciosi si è incrementata di 16 punti al 69%, mentre al Nord Est è salita di 6 punti al 64%. Il Centro e il Sud arretrano di 3 punti, rispettivamente al 52% e al 43. Il numero di coloro che si dichiarano gravemente insoddisfatti della loro situazione economica resta inchiodati al 15% da tre anni, mentre le famiglie colpite direttamente dalla crisi sono meno di una su cinque (19% contro il 28% del 2016). La soddisfazione generale per la propria situazione economica si colloca ai massimi dell'era post-euro: i soddisfatti salgono di 5 punti al 56% contro il 44% di insoddisfatti. Una famiglia italiana su 5, però, non sarebbe in grado di far fronte a una spesa imprevista da 1.000 euro.
Solo il 34% (il 40% nel 2016) del campione potrebbe sopportare un costo imprevisto di 10mila euro. Ecco perché 2 italiani su 3 preferiscono mantenere liquidi i propri risparmi, mentre solo il 31% indica negli immobili un porto sicuro. Gli insoddisfatti dell'euro sono calati dal 68% del 2016 al 65.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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