Economia

L'Ue azzera il «roaming» e blocca le tariffe del rame

Dall'1 luglio dell'anno prossimo ricevere chiamate in Europa costerà quanto in Italia. Mentre dal 2016 non ci saranno più sovraprezzi di roaming per le chiamate fatte dall'estero in Italia. Il commissario Neelies Kroes ha vinto la sua battaglia sulle chiamate all'estero. La normativa approvata dalla Ue ieri è una rivoluzione che vorrebbe inaugurare una specie di mercato unico per i servizi di tlc in Europa. L'idea di fondo è ridurre le differenze di regole che ancora permangono tra i diversi Paesi europei. Differenze che, secondo Bruxelles, stanno stritolando il mercato delle tlc, indebolendo gli operatori, soprattutto nei confronti di quelli extraeuropei, e con loro tutta l'economia del Vecchio continente. Nelle nuove norme c'è anche il diritto di fare il cosiddetto decoupling, ossia di usare la propria sim con i servizi di un altro operatore, all'estero, e ottenere tariffe di roaming migliori.
Se le regole saranno uniche, significa che le Authority sulle Tlc nazionali (l'Agcom, in Italia) avranno meno potere. Guardando a un caso recente, Telecom Italia aveva chiesto il parere dell'Ue sull'annunciato taglio alle tariffe di unbundling sulla rete di rame, proposto dall'Agcom. L'Ue ha bloccato il taglio e, tra le nuove regole, c'è anche quella che parla di «prezzi per l'affitto della rete in rame stabili per favorire gli investimenti».
Con la nuova normativa gli spazi di manovra dell'Agcom saranno ancora più limitati con buona pace dei concorrenti di Telecom. Tra le novità più attese le norme che permetteranno agli operatori di fare accordi con fornitori di contenuti (Google, a esempio) per offrire agli utenti connessioni più veloci. Una sorta di corsia preferenziale che molti operatori hanno chiesto. Il passaggio è stato molto dibattuto ed è passato solo all'ultimo momento con un testo sibillino che parla di «protezione legale per la neutralità della rete, con il divieto di bloccare o rallentare alcuni contenuti a favore di altri, ma tutelando la possibilità per gli operatori di fornire servizi specializzati».

E dunque più costosi.

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