La Corte di giustizia europea ha stabilito ieri che Rfi, la società che gestisce la rete ferroviaria italiana (i binari), non è, nella determinazione dei pedaggi da richiedere alle compagnie di trasporto, sufficientemente autonoma dal ministero rispetto a quanto previsto dalle direttive comunitarie. Viceversa, l'indipendenza di Rfi all'interno della holding Fs era già stata riconosciuta come conforme alle direttive comunitarie, tanto che la commissione Ue aveva ritirato, nell'udienza dell'11 aprile presso la stessa Corte, la procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia.
Ieri la Corte ha dunque condannato l'Italia per non aver rispettato il diritto comunitario non garantendo l'indipendenza di Rfi nel determinare i diritti di accesso all'infrastruttura (cioè i pedaggi, le tariffe richieste per utilizzare i binari) rispetto al ministero dei Trasporti.
Si legge nella sentenza: «La Corte rileva che la normativa italiana prevede che la determinazione dei diritti, fissata di concerto con il ministero, vincoli il gestore. Sebbene il ministro eserciti un mero controllo di legittimità, detto controllo dovrebbe tuttavia spettare all'organismo di regolamentazione, l'Ursf. La Corte ne trae la conclusione che la legge italiana non consente di assicurare l'indipendenza del gestore dell'infrastruttura». Il gestore Rfi quindi dev'essere libero di fissare l'importo dei pedaggi, agendo con la necessaria flessibilità per massimizzare l'utilizzo della rete.
La vicenda, piuttosto complessa, si può così semplificare: finora i diritti di accesso alla rete li fissava il ministero e Rfi era obbligata a sottostare a tali decisioni; ora, dopo la sentenza della Corte di giustizia europea, sarà la stessa Rfi, con logiche più «aziendali», a fissare i pedaggi a carico delle compagnie ferroviaria. Ricordiamo che in Italia la concorrenza ferroviaria, più evidente sull'Alta velocità - FS e NTV - è molto viva nel mondo del trasporto merci.
Per Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo Fs, la sentenza è «incomprensibile»: l'Italia, grazie alla decisione del governo di istituire «un'Autorità dei trasporti che non ha eguali all'estero», ha di fatto già superato le questioni che erano state poste alla Corte di giustizia europea.
Per quanto riguarda l'assetto proprietario, come abbiamo già detto la Corte si era già espressa in aprile riconoscendo la legittimità della situazione italiana, dove Rfi e Trenitalia sono controllate dalla stessa holding. Tale integrazione - di binari e treni - è molto forte in tutta Europa, in Francia, in Germania, Spagna, Austria.
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