Politica economica

L'Ue conia l'euro digitale. Servirà solo per i pagamenti

Dombrovskis: "Entro metà 2023 il quadro legislativo". Il via atteso nel 2026, ma non sarà per gli investitori

L'Ue conia l'euro digitale. Servirà solo per i pagamenti

Se in Italia il governo punta a innalzare il tetto di utilizzo dei contanti, Bruxelles si muove in direzione opposta, con un all in sull'euro digitale. Una proposta legislativa per regolamentare la materia verrà presentata «entro la prima metà del 2023», ha annunciato ieri il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, in modo da poter poi avviare i negoziati con «il Parlamento europeo e gli Stati membri». Se tutto filerà liscio, il varo potrebbe arrivare nel 2026. Il futuro è lì, anche per sottrarre spazio ai bitcoin e impedire che i giganti hi-tech si creino una rendita di posizione nel settore delle monete virtuali. Secondo Dombrovskis, la rivoluzione monetaria è imposta e agevolata dal fatto che l'uso del cash è «in declino in molte parti del mondo». La Bce, che tiene il conto delle transazioni effettuate nell'eurozona, ha stimato che i pagamenti non in contanti nel 2021 sono aumentati del 12,5% a 114 miliardi di transazioni, per un valore totale superiore ai 190mila miliardi.

La transizione verso un sistema totalmente digitalizzato non è tuttavia priva di incognite. La principale riguarda il rischio di provocare una disintermediazione del sistema bancario, con serie ripercussioni sulla stabilità finanziaria. I risparmiatori, soprattutto in caso di crisi finanziarie, potrebbero infatti essere tentati di convertire in euro digitali, con un semplice clic del mouse, quanto depositato nella propria banca. Per un semplice motivo: la Bce, l'istituto che emetterebbe il conio virtuale, non può fallire. Le somme depositate, quindi, non sarebbero soggette a nessuna forma di blocco. Proprio per evitare una fuga in massa dai conti correnti, dovrebbe essere stabilito un plafond al possesso di euro digitali. L'obiettivo, ha spiegato Fabio Panetta, componente del board della Bce con delega sui sistemi di pagamento, «è usare l'euro digitale come mezzo di pagamento e non come investimento e per questo si ipotizzano limiti allo stoccaggio di 3mila euro». Inoltre, si va profilando l'opzione di definire una remunerazione a più livelli.

Un altro punto critico riguarda la possibilità che la criptovaluta europea, se dovesse avere la caratteristica dell'anonimato propria del contante, possa confliggere con le norme antiriclaggio e favorire quindi organizzazioni criminali e terroristiche. Christine Lagarde, presidente dell'Eurotower, ha tuttavia assicurato che la moneta digitale «tutelerà la privacy, ma senza avere il pieno anonimato delle banconote».

Di fatto, la banca centrale di Francoforte immagina l'euro digitale come uno strumento di facile impiego, che si va ad affiancare al contante, senza tuttavia sostituirlo, e che ha identico valore.

I pagamenti, anche di tipo autorizzato come quelli relativi a esborsi ricorrenti (come bollette e rette scolastiche) verrebbero regolati per mezzo di smartphone, pc, tablet e dovrebbero prevedere commissioni minime, se non addirittura nulle.

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