Telefonica rimescola le carte e, nel giorno del cda di Telecom, chiamato ad approvare i conti semestrali, lancia un'offerta, in Brasile, su Global Village Telecom (Gvt), per 6,7 miliardi di euro. Così il cda fiume di ieri per l'ad Marco Patuano si è rivelato un boccone indigesto e amaro visto che Telecom, nell'ottica di un'unione con la sua Tim Brasil, corteggia Gvt, società di tlc con rete in fibra ottica brasiliana, da quasi un anno. Ora la palla passa a Vivendi, il colosso francese dei media e delle tlc che fa capo al finanziere bretone Vincent Bolloré. Vivendi, che controlla oltre a Gtv anche la tv a pagamento Canal Plus e Universal Music, mentre ha recentemente ceduto l'operatore mobile Sfr, ha tempo fino al prossimo 3 settembre per valutare la proposta.
In sintesi, l'offerta consiste in 5,3 miliardi di dollari in contanti più azioni pari al 12% della nuova Telefonica Brasil (Gvt+Vivo) che sarà, secondo il gruppo iberico guidato da César Alierta, il più grande operatore del Sud America. La mossa era nell'aria: Telefonica genera oltre il 50% dei ricavi in Sud America e il contributo del Brasile è maggiore rispetto a quello del suo mercato di riferimento, la Spagna. Inoltre, sta puntando sulla fibra ottica e la distribuzione di contenuti. Per questo ha acquistato la quota di Prisa e Mediaset nella pay tv Digital plus. Ma l'intreccio tra Italia, Francia e Spagna e, soprattutto, tra 2 settori che ormai sembrano destinati a convergere, ossia media (contenuti) e tlc (collegamenti a banda ultralarga), non finisce qui. Telefonica, infatti, ha proposto a Vivendi anche l'acquisto dell'8,3% di Telecom. In questo modo la società di Alierta potrebbe azzerare la partecipazione in Telecom dopo l'emissione del bond convertendo deciso a metà luglio che dovrebbe portare le sue quote dal 14,8%, che Telefonica avrà dopo lo scioglimento di Telco, all'8,3% circa. Se, in questo modo, si andasse verso l'uscita di Telefonica da Telecom, il gruppo italiano perderebbe in un solo colpo un partner industriale globale, Gvt, che i soci di minoranza che hanno preso la maggioranza dei voti di lista nell'ultima assemblea avevano individuato come obiettivo, e si ridurrebbero le prospettive di vendita della controllata Tim Brasil. Il ribasso registrato ieri da Telecom in Borsa (-4,6%), sembra proprio scontare questo scenario.
Finora l'ipotesi del mercato era quella di un ulteriore consolidamento nella telefonia mobile in Brasile con l'acquisizione di Tim Brasil da parte degli altri operatori: Oi, America Movil (Claro) e Telefonica Brasil (Vivo). L'attivismo di Telefonica, che ha tentato in tutti i modi di favorire lo spezzatino di Tim Brasil, era, dalla stessa società, giustificato per soddisfare le richieste del Cade (Antitrust) che ritiene eccessiva la sua doppia posizione come controllante di Telefonica Brasil e socio di Tim Brasil, attraverso Telecom.
Quanto ai conti, che saranno resi noti oggi, il consensus degli analisti vede ricavi in calo del 10% e l'ebitda in flessione del 5,8%. Sui risultati pesa l'effetto-cambio, che penalizza il contributo del Brasile. Secondo il consensus, in Italia i ricavi scenderebbero del 7% sul fisso e dell'11% sul mobile: a giudizio degli analisti si tratterebbe di una relativa stabilizzazione. Alla direzione consumer, intanto, ci sarà un cambio della guardia con il prossimo arrivo, dal 13 agosto, di Stefano De Angelis, attuale ceo di Telecom Argentina. Segno che c'è fiducia che si concluda la cessione dell'Argentina nonostante le recenti difficoltà del Paese.
Il termine del contratto siglato con la Fintech di David Martinez scade il 12 agosto, ma non è ancora arrivato l'ok dell'Authority di Buenos Aires. Del resto, anche l'operazione Telefonica-Gvt non è scontata sul fronte del via libera da parte dell'Autorità brasiliana, dato che si creerebbe un concorrente ancora più pericoloso per il campione locale, Oi Telecom.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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