Lo scontro in atto tra il sindaco di Roma, Ignazio Marino, e gli azionisti privati (Gdf-Suez e Caltagirone) rischia di compromettere il risanamento di Acea. A metterlo nero su bianco gli analisti di Equita sim secondo cui le polemiche accese dal Comune di Roma, azionista al 51% dell'utility romana, rischiano di minare «lo sforzo in atto per tagliare i costi e ridurre il debito».
Secondo Equita, le ultime notizie circa la volontà del sindaco di attaccare i vertici non avrebbe effetti positivi sulla gestione della società che, invece, dall'arrivo del nuovo amministratore delegato ha guadagnato circa il 60% passando da 4,8 a 7,2 euro. Al netto dei dissidi, la banca d'investimento vede rosa sulla gestione del gruppo e - confermando il target price a 7,9 euro per azione - sottolinea il recente successo registrato con il lancio del bond e la fiducia riscossa dell'azienda sulle piazze internazionali.
La bagarre, però, non accenna a spegnersi. Nelle scorse settimane, il primo cittadino aveva contestato la «gestione privatistica» dell'utility che avrebbe trascurato il pubblico interesse perseguito dalla società a vantaggio degli azionisti privati (e cioè principalmente il gruppo Caltagirone e i francesi Suez-Gdf), sottolineando il problema delle bollette pazze. Marino, aveva inoltre chiesto di congelare nomine e nuove scelte strategiche in attesa di un confronto tra l'azionista di maggioranza, il Campidoglio stesso, e i vertici aziendali. Un primo passo per cercare di riprendere il controllo dell'azienda, al momento gestita da manager nominati, a ridosso delle elezioni, dal precedente sindaco Gianni Alemanno.
Per tutta risposta, il presidente Giancarlo Cremonesi e l'ad Paolo Gallo, forti anche di una consulenza legale, si preparano a respingere le contestazioni, soprattutto quella relativa alla gestione privatistica.
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