Economia

Le materie prime frenano Iveco, Nikola in Ue dal 2023

Ma i conti sono in utile, tiene anche Cnh. Acea vede rimbalzo delle vendite di auto in Europa

Le materie prime frenano Iveco, Nikola in Ue dal 2023

Pubblicati i conti del quarto trimestre e del 2021, Cnh Industrial e Iveco Group, quest'ultima scorporata a inizio anno, hanno visto le rispettive le azioni in rialzo del 2,45% e in calo del 3,66%. Nel 2021, risultati positivi per Cnh Industrial (utile netto di 1,76 miliardi di dollari e ricavi +28%, a 33,43 miliardi; 1,8 miliardi di utile e ricavi per 19,5 miliardi, +32%, senza Iveco) e anche per la stessa Iveco Group (utile netto di 76 milioni e ricavi per 12,651 miliardi, +22%). Nel quarto trimestre, però, nonostante i problemi per i costi delle materie prime e dei trasporti, gli asset di Cnh Industrial hanno retto meglio di quelli ora in pancia a Iveco Group, in particolare alla voce margini. La visione di Oddone Incisa, cfo di Cnh Industrial: «Anche il primo semestre del 2022 resterà impattato da colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento».

Per Iveco Group, quello diffuso ieri, relativo al 2021, è l'ultimo bilancio come società inserita in Cnh Industrial.

L'ad Gerrit Marx guarda comunque avanti: «Ci aspettiamo un graduale recupero, con un miglioramento della situazione negli approvvigionamenti già nel primo trimestre. Nonostante materie prime e costi, i risultati 2021 sono stati molto solidi e le prospettive per il 2022 sono positive, con un portafoglio ordini molto forte». Sul fronte prodotto, continua il lavoro con il partner americano Nikola per lo sviluppo e la produzione di mezzi elettrici e a fuel cell (qui l'energia elettrica è ottenuta dall'idrogeno). L'obiettivo è di introdurre questi veicoli industriali in Europa nel 2023.

Nei mesi scorsi, Iveco ha portato sulle strade Usa i camion pesanti di Nikola sia elettrici sia a fuel cell, mentre nello stabilimento di Ulm, in Germania, è partita la prototipazione dell'innovativo Nikola Tre destinato al Vecchio continente.

Guardando al settore auto, invece, secondo Acea, che rappresenta i costruttori in Europa, nel 2022 le vendite dovrebbero rimbalzare del 7,9%, a 10,5 milioni, anche se resteranno lontane dal dato del 2019. Decisiva sarà la stabilizzazione dell'offerta di chip. In proposito, Acea chiede all'Ue di «ridurre la sua dipendenza dai fornitori non europei per evitare altri danni in futuro».

Al Parlamento e al Consiglio Ue, inoltre, Acea fa pressione per «rafforzare significativamente la proposta della Commissione al fine di garantire che l'Europa possa costruire una rete di ricarica sufficientemente densa».

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