Economia

Maxi taglio fiscale di Macron: deficit francese al 2,8%. Di Maio: "Facciamo come lui"

Il governo francese taglierà 19 miliardi di tasse alle imprese e 6 miliardi alle famiglie. Così il deficit salirà al 2,8%. Di Maio pronto a imitarlo: "Facciamo come lui. Anche l'Italia è un Paese sovrano"

Maxi taglio fiscale di Macron: deficit francese al 2,8%. Di Maio: "Facciamo come lui"

La ricetta di Emmanuel Macron non è poi così diversa da quella che Matteo Salvini vorrebbe adottare per l'Italia. Il presidente francese si appresta infatti a un maxi taglio della pressione fiscale che da una parte allieverà la pressione su imprese e famiglie e dall'altra farà alzare al 2,8% il deficit del Paese. Una mossa guardata con interesse dal governo italiano che nel compilare la manovra economica sente il fiato sul collo dell'Unione europea i cui commissarari vigilano sul rispetto delle regole cominitarie.

​"In Italia come in Francia". In vista della legge di Bilancio, la cui bozza dovrebbe essere licenziata dal Consiglio dei ministri giovedì prossimo, Luigi Di Maio guarda con interesse alla misura messa in cantiere da Macron per tagliare le tasse ai francesi. "La Francia per finanziare la sua manovra eocnomica farà un deficit del 2,8% - scrive il vice premier grillino su Twitter - siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia. I soldi ci sono e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini". Per l'anno prossimo Macron ha, infatti, previsto un taglio delle tasse pari a 24,8 miliardi di euro. L'obiettivo è, ovviamente, ridare impulso all'economia francese e creare più posti di lavoro. Per finanziare il provvedimento il governo farà salire il debito pubblico del Paese. Secondo le prime previsioni dell'Eliseo, il deficit dovrebbe così aumentare dal 2,6% del Pil di quest'anno al 2,8% del 2019.

Pur tenendo il deficit sotto il 3%, la Francia apre in questo modo una sponda per il governo italiano che in questi giorni sta proprio discutendo sulla portata della prossima legge di Bilancio. Sul tavolo del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ci sono riforme molto importanti: l'abolizione della legge Fornero, la flat tax e il reddito di cittadinanza. Essendo tutte e tre molto costose, i due vicepremier stanno facendo pressioni sul Tesoro affinché allenti la presa sul deficit. "È inutile girarci intorno - commenta il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli - da Monti in poi le manovre di austerity hanno fatto aumentare il debito pubblico italiano di 300 miliardi di euro, esattamente quello che non voleva l'Europa".

Da qui l'idea di usare, appunto, le spese in deficit per "dare una boccata d'ossigeno ai cittadini più in difficoltà" e per "rilanciare gli investimenti".

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