Maximulta Consob: 6,7 milioni ai Burani

Ultimo atto della caduta dell'impero Burani. Dalla Consob arriva una maximulta da 6,7 milioni di euro per tutti gli artefici del crac della maison, ora in amministrazione straordinaria. Sotto tiro c'è anzitutto la famiglia Burani, padre e figlio, che avevano in mano il timone della società: le sanzioni più pesanti, 1,4 milioni a testa, toccano infatti all'ex presidente Walter Burani e al figlio Giovanni, che era amministratore delegato, per gli illeciti commessi quando guidavano il gruppo di Cavriago (Reggio Emilia), fallito nel 2010. Ma la Commissione ha multato anche i loro più stretti collaboratori, da Giuseppe Gullo (350.000 euro) a Giacinto Giuliani (100 mila euro) e Daniele Bardini (150 mila euro). Dovranno pagare una multa anche le società beneficiarie degli illeciti: Mariella Burani Fashion Group (2,1 milioni) e Mariella Burani Family Holding (300mila euro), entrambe fallite, e Antichi Pellettieri (0,9 milioni .
Ampio lo spettro degli illeciti contestati, che rientrano quasi tutti nel reato di aggiotaggio informativo. In primis le false comunicazioni di bilancio tra l'agosto del 2007 e il dicembre del 2009 per Mbfg, con lo scopo di edulcorare la pillola dei conti di fine anno e delle trimestrali agli investitori. Seguono le false informazioni al mercato in occasione dell'Opa parziale a 17,5 euro sul 15% di Mbfg lanciata nel 2008 dalla holding dei Burani (Mbfh) e le «stime ingiustificatamente ottimistiche» sull'andamento del fatturato di Mariella Burani nel bimestre gennaio-febbraio 2009 e sulle vendite della stagione autunno-inverno 2009-2010, oggetto di comunicati e documenti diffusi tra l'1 aprile e il 18 maggio 2009. Anche in questo caso le informazioni si sono rivelate «false» e «fuorvianti» anche in relazione alla «particolare rilevanza» che le previsioni di fatturato «corrente e prospettico» rivestono per gli analisti finanziari.
Oltre che di aggiotaggio informativo, padre e figlio Burani sono stati riconosciuti colpevoli di aggiotaggio operativo per l'acquisto di azioni proprie effettuato da Mbfg tra l'ottobre 2008 ed il marzo 2009 allo scopo di «sostenere artificialmente il prezzo delle azioni» e cercare di tranquillizzare il mercato.


Walter e Giovanni Burani, indagati anche per aggiotaggio e ostacolo all'attività di vigilanza, sono già stati condannati in primo grado a 6 anni di carcere dal Tribunale di Milano per il crac dell'azienda di famiglia.

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