È passata a larghissima maggioranza la delibera sulle modifiche dello statuto di Mediaset da parte dell'assemblea degli azionisti che entreranno in vigore al rinnovo del cda nel 2017. La modifica del numero dei consiglieri e del meccanismo di nomina del consiglio a maggioritario, oltre alla possibilità per il cda di indicare una sua lista, è passata con l'assenso dell'89,59% del capitale presente, pari al 49,8% del totale. Contrario il 10,4%. Gli altri due punti all'ordine sempre relativi alle modifiche allo statuto, hanno ottenuto voto favorevole da parte del 99,9% e del 91,27% del capitale presente. Il secondo socio della società, i francesi di Vivendi, che ha il 29,9% (Fininvest detiene il 41%), come da previsioni non era presente in assemblea. Con le modifiche allo statuto si passa a un sistema maggioritario dove la lista che prende il maggior numero di voti esprime il maggior numero di consiglieri. La modifica sterilizza, di fatto, la quota detenuta dai francesi. Contrario l'azionista Amber, che detiene il 2,5% del capitale. «Ha un impatto negativo sulla società stessa e sui diritti degli azionisti di minoranza»- ha detto il rappresentante del fondo, Arturo Albano. L'unico cambiamento positivo, secondo Amber, è la riduzione del numero massimo di consiglieri, da 21 a 15. Il motivo della blindatura del cda è anche proteggere Mediaset da possibili ingerenze di consiglieri eletti da soci ostili, in questo caso Vivendi, a cui il Biscione, e il suo socio di maggioranza Fininvest, hanno chiesto 3 miliardi di danni per il mancato acquisto della pay tv Premium. Indiscrezioni dicono che ci sarebbe una trattativa per un accordo sulla vicenda di cui fa (forzatamente) parte anche l'intesa per i contenuti con Tim Vision, la neo costituita joint venture tra Telecom e Vivendi. I 420 milioni in 6 anni (per canali Premium e contenuti in chiaro) che la joint venture pagherebbe a Mediaset faciliterebbero l'accordo. Per questo la prima udienza della causa (tra Mediaset e Vivendi), prevista martedì prossimo, sarebbe soggetta a un rinvio, chiesto da entrambe le parti per lasciar tempo alla trattativa. Sul fronte della fornitura di contenuti non ci sarebbero i diritti su Campionato di serie A e Champions. Certo è che la definizione dell'accordo potrebbe essere decisivo per la partecipazione alla nuova gara per i diritti di serie A.Intanto Telecom, su richiesta della Consob, ha pubblicato un documento informativo su Tim Vision, controllata da Tim al 60% e per il restante 40% da Canal Plus (Vivendi). Secondo quanto comunicato Telecom è disponibile all'ingresso di nuovi soci, a condizione di non scendere sotto il 51%. Il piano previsto dalla partnership conta di raggiungere il pareggio in quattro anni.
Il fabbisogno finanziario previsto è pari a 185 milioni di euro, di cui circa 110 milioni da Telecom Italia e 75 milioni dal partner francese. Tim ritiene che la joint venture è un importante elemento per sviluppare la sua strategia di offerta convergente.
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