Tra Mediaset e Vivendi segnali di distensione: ritirata le prima causa

Il Biscione rinuncia al sequestro del 3,5% del gruppo. Ma prosegue la richiesta dei danni

Tra Mediaset e Vivendi segnali di distensione: ritirata le prima causa

Mediaset rinuncia al ricorso d'urgenza, previsto il 23 novembre, per il sequestro delle azioni di Vivendi, pari al 3,5%, che erano parte integrante dell'accordo tra le due società per la cessione della pay tv Premium. Nel comunicato ufficiale di Mediaset si legge che la documentazione prodotta da Vivendi presso il Tribunale per la causa dimostra che la società francese dispone di parecchie azioni proprie, sufficienti dunque per rassicurare Mediaset e rendendo superfluo il ricorso d'urgenza per la misura cautelare.

Tutto bene dunque? Non proprio visto che la società guidata da Pier Silvio Berlusconi non ha nessuna intenzione di ritirare la parte più consistente della causa depositata in tribunale. Ossia quella di merito promossa per ottenere il pieno risarcimento per il mancato accordo su Premium. «La causa di merito continua - ha spiegato Mediaset - secondo la calendarizzazione prevista». E quindi per avere notizie bisognerà attendere fino al 21 marzo, data della prima udienza della causa di merito. In realtà sembra che tra le due società sia subentrata una fase di distensione dei rapporti, forse in vista di una transazione che soddisfi entrambe le parti. In questo senso va letto il segnale di ieri, al di là dei tecnicismi e del «legalese» dei comunicati. Anche per questo, dunque, l'appuntamento in tribunale non serve più.

Nel frattempo Mediaset punta a trovare la quadra per la sua pay tv, che nella prossima primvamera dovrà partecipare all'asta per i diritti di Champions e a quelli per le partite del campionato di calcio italiano. Quanto allo scontro con Vivendi, fino a due giorni fa la strada sembrava segnata. Anche il direttore finanziario della società italiana, Marco Giordani, aveva spiegato che era «dal 25 luglio che non abbiamo più contatti con Vivendi ed è per questo che il prossimo appuntamento in tribunale del 23 novembre sarà molto importante».

Ora quell'incontro non è più necessario perchè ci sono segnali di una possibile apertura e distensione dei rapporti per trovare una soluzione amichevole. Forse Vivendi ha capito che il conto che rischia di pagare alla fine potrebbe diventare salatissimo: oltre agli 1,5 miliardi di danni, anche 50 milioni al mese a far data dal 25 luglio, ossia da quando i francesi hanno fatto dietrofront sull'acquisto del 100% di Premium.

A peggiorare la situazione ci sono anche le richieste della capogruppo Fininvest che ha chiesto ai francesi 570 milioni di danni.

Inoltre sullo sfondo, secondo voci ricorrenti, si potrebbe anche riaprire la trattativa con Sky. I contatti sono avviati e potrebbero sfociare in una trattativa vera e propria.

Il

gruppo che fa capo Rupert Murdoch potrebbe dunque acquisire la pay tv Premium, qualora il contenzioso legale fra il Biscione e Vivendi dovesse concludersi con un accordo extra giudiziale l'anno prossimo. Antitrust permettendo.

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