Mediaset non teme più l'espansione in Italia di Sky, che ha appena annunciato un nutrito piano di licenziamenti, e dunque anche la strategia sulla tv a pagamento Premium è cambiata. Ieri il gruppo del Biscione ha presentato a Londra ad analisti e investitori finanziari le linee guida del piano industriale triennale, che prevede appunto una rifocalizzazione per la pay tv, con limiti di spesa e una riduzione dei diritti del calcio. Per questo, nel piano di rilancio dei profitti operativi, Premium viene indicato come l'asset da cui ci si attende il contributo più significativo nel triennio: 200 milioni di euro di maggiore ebit (468 milioni a livello di gruppo). «Si tratta di una svolta per Premium», nota un analista. La stessa pay tv è al centro della battaglia legale con Vivendi che prima ha siglato un contratto vincolante per rilevarla, poi ha detto di non voler più procedere.
Premium trasmetterà i diritti della Champions League fino al 2018. Quei diritti sono costati, per tre anni, 600 milioni, ma, complice anche una stagione deludente in Coppa Campioni per le grandi squadre italiane, i risultati non sono stati quelli sperati. Per questo la società guidata da Pier Silvio Berlusconi, pur decidendo di partecipare alle prossime aste previste in primavera per la Champions e il campionato di serie A italiano, ha specificato ieri di non essere disposta a strapagare per i diritti. Non solo: la società ha anche puntualizzato di mirare a rendere Premium sostenibile anche senza i diritti delle competizioni sportive. Secondo gli analisti però l'atteggiamento opportunistico proposto da Mediaset significherebbe che la società sta ragionando sulla condivisione dei costi delle licenze con altri operatori. Insomma, la società punta a risparmiare sui contenuti sportivi costosi come il calcio, e rafforzare il suo core business, ossia la tv generalista dove Mediaset conta di aumentare i suoi ricavi pubblicitari, utilizzando tutte le piattaforme disponibili. Oltre al digitale terrestre anche la radio dove Cologno Monzese potrebbe effettuare altre acquisizioni e naturalmente Internet. La manovra congiunta dovrebbe portare la società ad aumentare la sua quota sul mercato italiano complessivo della pubblicità dal 37,4% attuale al 39% nel 2020. E per far questo, entro la fine dell'anno è previsto il lancio di una nuova piattaforma gratuita, ma con pubblicità, con la library dei contenuti Mediaset dei canali in chiaro fruibili «on demand» da vari dispositivi connessi.
La nuova piattaforma replicherà in pratica il modello in streaming di Infinity che è invece a pagamento. Sul fronte della contese con Vivendi, dove è difficile che si possa decidere qualcosa prima dell'udienza in tribunale prevista per il 21 marzo prossimo, l'ad Pier Silvio Berlusconi ha spiegato che non ci sono stati approcci da parte della società francese, che nel frattempo ha comperato quasi il 30% di Mediaset in Borsa. Intanto il governo sta valutando l'opportunità di introdurre una regolamentazione che incrementi gli obblighi di trasparenza a carico degli acquirenti, esaminando anche le normative vigenti in altri Paesi Ocse.
È quanto ha annunciato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, alla Camera sul caso Vivendi -Mediaset.La vicenda è anche sotto la lente anche dell'Agcom che lo scorso 21 dicembre ha aperto un'istruttoria. In Borsa il titolo è salito dello 0,86%.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.