Il cda di Mediaset non accoglie l'intimazione di Vivendi di convocazione dell'assemblea straordinaria degli azionisti, mentre accoglie con riserva quella di iscrizione della stessa nell'elenco per il voto maggiorato. Una situazione resa intricata dalle pretese del socio francese visto che, da un lato, Vivendi aveva chiesto una nuova assemblea per eliminare il voto maggiorato e, dall'altra, ha invece chiesto di essere iscritta in questo elenco speciale di soci. Ma andiamo con ordine. Ieri il cda della società guidata da Piersilvio Berlusconi ha esaminato le richieste ricevute il 2 luglio scorso dai francesi che detengono il 9,61% del capitale mentre il rimanente 19,9% di loro pertinenza è detenuto, per loro conto, da Simon Fiduciaria e ha negato la richiesta di nuova assemblea. La decisione non stupisce vista i rapporti molto tesi tra i due gruppi dopo il dietrofront dei francesi dell'acquisto della pay tv Premium. Da quel momento, tre anni fa, si è aperto un contenzioso giudiziario che si preannuncia molto lungo. Mediaset e la sua controllante Fininvest hanno chiesto 3 miliardi di euro di danni. Vivendi ha chiesto anche l'iscrizione nell'elenco speciale delle azioni di cui è detentore (il 9,61%), non intestate fiduciariamente. Per Mediaset l'intimazione è priva dei requisiti formali previsti e riguarda una decisione su cui l'assemblea dei soci si è già pronunciata e che la stessa si pone in contrasto con il rimedio specifico che l'ordinamento offre nei confronti di una delibera ritenuta invalida, ossia la sua impugnazione. Operazione che Vivendi ha già proposto, non con procedura d'urgenza ma ordinaria, presso il tribunale che ha fissato l'udienza in novembre. Quanto all'iscrizione nell'elenco con voto maggiorato la domanda è subordinata all'esito della causa promossa da Vivendi sulla validità della delibera assembleare per il voto maggiorato. Se questa sarà positiva, ha spiegato Mediaset, «l'efficacia dell'iscrizione nell'elenco per Vivendi decorrerà» da ieri.
Mediaset è riuscita a limitare gli effeti di un report di Morgan Stanley secondo cui i principali player della tv in chiaro dovranno fare forti investimenti sulle piattaforme digitali mentre subiranno una notevole pressione sul fronte pubblicitario. Il report ha influenzato negativamente tutto il settore mentre con la francese Tf1 che ha perso il 4,6%, la tedesca Prosiebensat l'1,72% e la londinese Itv che ha perso il 2,9%. Morgan Stanley ha dato anche chance limitate ai progetti di consolidamento europeo a partire da quello di Mediaset con Prosiebensat che avrebbe, secondo gli analisti sinergie molto contenute.
In ogni caso, lo scenario complessivo del settore della tv in chiaro in Europa per Morgan Stanley non sarebbe ancora sufficientemente negativo per spingere il management dei potenziali partner ad abbandonare le strategie «stand alone». Ieri comunque le azioni Mediaset, dopo una fase di ribasso all'uscita del report hanno sostanzialmente tenuto chiudendo a +0,037%.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.