Mediobanca applaude alla stretta Bce

Nagel: «Opportunità dalle nuove misure sui deteriorati». Generali vale il 45% in più

Mediobanca applaude alla stretta Bce

«Le recenti misure sui crediti deteriorati poste in discussione da parte della Bce rappresentano più un'opportunità per il nostro gruppo che una minaccia». Ad applaudire alla stretta sugli npl annunciata da Francoforte è l'ad di Mediobanca, Alberto Nagel. In particolare, ha spiegato il banchiere durante la conferenza telefonica con gli analisti per la presentazione dei conti, «la prima e più importante considerazione riguarda il mondo di Compass, specializzata nel credito al consumo, che ha applicato da sempre la politica chiesta della Bce, anzi più restrittiva. Dopo che una partita diventa scaduta o deteriorata, la svaluta del 95% entro un anno e la vende entro 18 mesi». Proprio per questo, se le misure passeranno, «Compass Banca potrà diventare partner per molte realtà».

Sul fronte dei risultati, l'istituto di Piazzetta Cuccia tra luglio e settembre (il primo trimestre dell'esercizio 2017-2018) ha registrato un utile di 301 milioni e in crescita dell'11% dallo scorso anno sopra le attese del mercato che si attestavano a 260 milioni. I ricavi salgono del 13% a 598 milioni. Migliorano tutte le componenti di ricavi, con le commissioni in crescita del 30%. Le rettifiche su crediti sono calate a 55 milioni (-40%) con un costo del rischio dimezzato a 57. In calo le attività deteriorate nette (-4% su anno le lorde, -5% le nette) con un indice di copertura al 55% per le deteriorate e al 71% per le sofferenze. In Piazza Affari il titolo ha così brindato con un +1,68% a 9,38 euro, in controtendenza rispetto a una seduta fiacca per il listino milanese all'indomani della frenata morbida della Bce sugli aiuti del Qe.

Da registrare anche gli 89 milioni di plusvalenze sulla cessione dell'1,35% residuo di Atlantia e gli oneri per 7 milioni legati alla ricapitalizzazione di Cr Cesena, Rimini e San Miniato propedeutica alla cessione delle tre Casse. Scende così da 659,5 a 390,6 milioni il valore dei titoli disponibili per la vendita. Al tempo stesso il valore di mercato delle partecipazioni sale a 3,6 miliardi (+26% anno su anno, stabile nel trimestre). In un anno la valutazione di Generali nel portafoglio di Mediobanca è cresciuta del 45% a 3,2 miliardi. L'istituto milanese resta impegnato a cedere il 3% del Leone per scendere al 10%, magari «in combinazione con una maggior valutazione» anche perché oggi i prezzi di Borsa (il titolo del gruppo triestino viaggia poco sotto i 16 euro) sono lontani da quelli di due anni fa intorno a 17 euro circa quando Mediobanca ha cominciato a vendere, ha sottolineato il ceo. Quella della vendita «allo stato rimane il nostro scenario centrale, ma siamo aperti a altre opzioni», ha aggiunto Nagel sull'ipotesi della creazione di un veicolo per la dismissione. Quanto alle strategie future, l'ad ha spiegato che la banca è impegnata «in una esecuzione accelerata del piano sia di crescita organica» sia «tramite M&A» generalmente medio-piccole, valutando anche operazioni più grandi purché capaci di generare valore.

Nel mirino potrebbe esserci la controllata nel credito al consumo di Carige, Creditis, per un eventuale acquisto o per una possibile partnership.

Oggi si riunirà l'assemblea dei soci che dovrà approvare i conti e soprattutto rinnovare il cda con l'attesa conferma dei vertici per un nuovo triennio.

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