Per Mediobanca profitti a 410 milioni

Nagel vede il dividendo: "Del Vecchio? Siamo perfettamente allineati"

Per Mediobanca profitti a 410 milioni

Nel 2021 tornerà il dividendo anche per Mediobanca che, Bce permettendo, intende destinare alla retribuzione degli azionisti il 70% degli utili. Lo promette l'ad Alberto Nagel presentando agli analisti una semestrale migliore delle attese. Il titolo in Borsa ha guadagnato lo 0,9% a 8,54 euro.

La banca d'affari ha chiuso i primi sei mesi dell'esercizio 2020-2021 (che terminerà a giugno) con un utile netto di 410,6 milioni in calo del 12% rispetto a un anno fa, ma meglio dei 355 milioni attesi dagli analisti. Più in dettaglio, il margine di interesse è stabile a 720,4 milioni, le commissioni sono balzate del 16,5% a 328 milioni e i ricavi sono risultati in lieve calo (-1,8%) a 1,3 miliardi. L'indice di patrimonializzazione (Cet1) si è attestato al 16,2%.

Quanto al futuro Nagel rimarca come «prioritaria» la crescita nel wealth management e, pur precisando l'interesse all'estero per le fabbriche prodotto e in Italia per strutture distributive in grado di sommarsi a quelle del gruppo, precisa «oggi non ci sono situazioni attivabili». Le operazioni di M&A «non sono qualcosa che dobbiamo fare ad ogni costo».

A giovare ai conti di Mediobanca sono stati, l'M&A altrui, la ripresa del credito al consumo (con un utile di 138 milioni) e l'accelerazione nel wealth management (le masse hanno raggiunto i 67 miliardi), in grado di arginare gli effetti del secondo lockdown. Con Piazzetta Cuccia come snodo di tutte le principali operazioni transitate da Piazza Affari (e non solo) l'attività di investment banking ha registrato una accelerazione degli utili del 18% a 170 milioni. In calo invece del 31% (a 128,4 milioni) il contributo agli utili del principal investing, prevalentemente quel 13% detenuto in Generali che catalizza l'attenzione del mercato in vista del rinnovo del cda di Trieste previsto per la primavera del 2022. Un appuntamento cruciale per Piazza Affari per il quale si starebbe preparando lo stesso Philippe Donnet, ad del Leone di Trieste, con la recente riorganizzazione della prima linea di management. In proposito Nagel ha precisato che Piazzetta Cuccia, tramite il suo rappresentato in cda del Leone, «ha supportato» la decisione.

Il mercato guarda alle mosse di Leonardo del Vecchio che, oltre al 4,89% di Generali in un anno e mezzo è salito al 13,2% di Mediobanca con l'avvallo della Bce a portarsi a ridosso del 20%. «Con Del Vecchio abbiamo una costanza di interazioni proficue. E la mia valutazione è che dal punto di vista delle priorità siamo assolutamente allineati» ha commentato Nagel: «Siamo entrambi disponibili a valutare operazioni importanti se c ne fossero».

Alla vigilia

di quello che potrebbe essere il futuro governo Draghi, Nagel ha poi definito l'ex presidente della Bce come «la migliore persona che l'Italia abbia espresso»; augurandosi che la politica non disperda questa opportunità.

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