Fosse stato un giorno normale Mediobanca avrebbe festeggiato con un cospicuo rialzo la pubblicazione di una semestrale migliore delle attese del mercato. Il destino ha voluto che la presentazione cadesse nel martedì post-elettorale in cui il titolo di Piazzetta Cuccia, come tutti gli altri bancari, è stato penalizzato dal rialzo dello spread, chiudendo con un pesante calo dell'8,64% a quota 4,856 euro.
Eppure, come detto, i conti sono brillanti. Mediobanca nel primo semestre 2012-2013, terminato lo scorso 31 dicembre, ha registrato un utile di 123,8 milioni (praticamente raddoppiato rispetto ai 63,4 del 2012). Il trimestre è in utile per 14,8 milioni (6,6 milioni un anno fa) e nettamente meglio del consensus (-10 milioni). E tutto questo nonostante la nuova svalutazione della quota Telco (il valore di bilancio delle azioni Telecom è stato portato da 1,5 a 1,2 euro) abbia pesato per 95 milioni.
I ricavi consolidati si sono attestati a 911 milioni (-6,4% annuo), mentre su base trimestrale sono stati pari a 457,6 milioni (497,6 milioni nel 2012). Il margine di interesse è sceso del 6,7%, a 517,7 milioni soprattutto per effetto del calo dei volumi creditizi (-15,8%). Tengono i proventi da trading a 106,6 milioni (112 milioni), mentre flettono le commissioni del 14,2% a 201 milioni per via dei minori introiti del corporate & investment banking. Esclusa Telco, le partecipate (Gemina in primis con 27 milioni e poi Generali) hanno dato buoni risultati assorbendo i 18,7 milioni di perdita operativa di Rcs. Le rettifiche di valore su crediti sono salite del 9,7% a 232 milioni.
Insomma, visti i ricavi, il successo dell'istituto guidato da Alberto Nagel è stato determinato dal contenimento dei costi (-6% a 375,6 milioni). Gli impieghi scendono a 34,1 miliardi da 36,3 miliardi. La raccolta flette a 54 miliardi da 55,8 miliardi per il calo dei bond a 28,1 miliardi, parzialmente compensato dalla maggiore provvista di CheBanca! (+5,4% a 12,3 miliardi). Il Core Tier1 è sempre ultracompetitivo all'11,8% (11,5% a settembre 2012).
Nagel ha anticipato che «il secondo semestre porterà ulteriore pressione sui ricavi». Nessuna novità, invece, su Generali. «Entro giugno avremo una migliore comprensione delle regole di Basilea 3 e avremo tutti gli elementi per il nuovo piano industriale triennale», ha precisato, ricordando che si potrà parlare di una limatura del 13% detenuto nel Leone.
Movimenti, invece, si sono registrati nel patto di sindacato. In primo luogo, la famiglia Monti Riffeser (Poligrafici) ha ottenuto l'ok allo svincolo del proprio 0,11% al prossimo rinnovo. Mossa che lascia presagire, filtra da ambienti del patto, un futuro svincolo di altri soci «industriali» con quote dello 0,1 (al momento Finiper, Vittoria, Candy e Romano Minozzi).
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