BerlinoBerlin Chemie, la controllata tedesca di Menarini, contribuisce con 1,25 miliardi di euro al fatturato consolidato del primo gruppo farmaceutico italiano che nel 2011 è rimasto stabile a 3,026 miliardi. Acquistata esattamente ventanni fa dallente privatizzatore, oggi è una delle più importanti presenze italiane in Germania, grazie anche ai mercati dellex blocco sovietico ai quali si rivolge.
Lintero gruppo fiorentino 125 anni di storia e 16mila dipendenti - lo scorso anno ha registrato un utile ante imposte di 367 milioni, contro i 440 del 2010. «Nel 2012 si abbasserà ancora e siamo preoccupati», dichiara la vicepresidente Lucia Aleotti, che per ora, tuttavia, esclude la necessità di ristrutturazioni.
Il dato italiano si confronta con il più 17% in Germania, e con landamento positivo in Francia, Spagna, Portogallo e «persino in Grecia». Colpa, nel nostro Paese (-35% i ricavi in due anni), soprattutto «delle restrizioni alle prescrizioni dei farmaci» e alla difficoltà di sostituire nelle convenzioni i brevetti in scadenza. Così lo sguardo è allestero, dove il gruppo genera il 67% dei ricavi.
Nel novembre 2011 a Singapore è stata acquistata Invida per cui si prevede tra cinque anni un miliardo di dollari di fatturato rispetto ai 120 milioni attuali.
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