Metroweb apre a Telecom: «Il matrimonio è possibile»

Trondoli: «L'alleanza ha senso industriale». Ma a Patuano serve Oi per tenere il Brasile

Il futuro di Telecom è incerto. Da un lato c'è l'Italia, dove la priorità è quella dello sviluppo della rete in fibra ottica, dall'altro il Brasile dove servirebbe una forte alleanza per crescere. Certo, la scelta non sarà semplice. Per dare una spinta allo sviluppo della fibra, Telecom potrebbe acquistare la quota di Metroweb detenuta da F2i. Metroweb dispone di 375mila chilometri di rete ultra broadband e sulla società convergono interessi incrociati. C'è, infatti, Fastweb, che detiene ancora l'11%, mentre la Cassa depositi e prestiti e F2i si dividono la quota di maggioranza. Per l'ad di Metroweb, Alberto Trondoli, l'acquisto della quota di F2i da parte della società guidata da Marco Patuano «avrebbe un senso soprattutto industriale, ma non mi risulta ci sia una precisa volontà di F2i a vendere».

Quanto all'operazione in senso stretto, in caso di aumenti di capitale necessari per sostenere gli investimenti, secondo Trondoli, Telecom potrebbe contribuire conferendo asset, ma non la rete in rame, e i suoi clienti in fibra ottica. Sui tempi, invece, «bisognerà» aspettare l'imminente rinnovo dei vertici di F2i, ma se ci fosse la volontà dei soci potrebbero essere brevi. «Questa operazione - ha detto Trondoli - è più semplice rispetto allo scorporo della rete ipotizzato l'anno scorso».

Non c'è dubbio, comunque, che Telecom stia cercando di aprire una fase espansiva sia in Italia, sviluppando la rete in fibra ottica, sia all'estero con la possibilità di trovare un'intesa con Oi, il quarto operatore brasiliano per la controllata sudamericana Tim Brasil. In realtà, in Brasile si potrebbe anche procedere con una vendita, operazione questa che certamente darebbe il colpo di grazia alle prospettive internazionali di Telecom, in quanto poi resterebbe presente nel solo mercato italiano. In compenso, se la vendita di Tim Brasil fosse fatta a quanto auspicato da Telecom, ossia intorno ai 13 miliardi di euro, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di investire in banda ultralarga, ossia nella rete in fibra ottica, sviluppando anche il mercato dei contenuti. E qui i progetti di Telecom si potrebbero sposare con quelli del governo Renzi che si prepara a varare il piano «Banda ultra larga 2014-2020».

Un progetto da 7 miliardi di euro, che dovrebbero venire da fondi comunitari, regionali e nazionali, punta a fornire i 100 Megabit al 50% (ossia il collegamento in fibra ottica) della popolazione e almeno 30 Megabit al 100% degli italiani entro il 2020. Una data che non è casuale, ma è prevista dall'Agenda digitale della Ue che punta molto sullo sviluppo della banda ultralarga per uscire dalla crisi e per la crescita di nuovi servizi e professioni. Il provvedimento del governo dovrebbe essere pronto per il 15 ottobre e servirebbe ad accelerare lo sviluppo della banda ultralarga in Italia, che adesso è intorno al 20%, contro una media Ue del 50%.

Il progetto «Sblocca Italia», comunque, ha mosso le acque anche sul fronte di possibili investitori stranieri per la rete in fibra ottica italiana.

Tanto che anche il fondo di investimento cinese, China Investment Trade, potrebbe essere interessato all'acquisto della quota di Metroweb detenuta in F2i. Quanto alla Borsa, continua l'altalena: il titolo ieri ha perso l'1,5% ed è sotto quota 0,90 euro.

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