Noi italiani siamo sempre stati considerati un popolo di grandi risparmiatori, formiche capaci di accumulare sostanze finanziarie come pochi altri hanno saputo fare nel Mondo. Ancora oggi ora la ricchezza privata nel nostro Paese è una delle maggiori al mondo. Ma sarà sempre così? I numeri ci dicono che anche se negli anni scorsi c'è stato un piccolo calo della propensione degli italiani a risparmiare, il trend di accumulo non si è mai interrotto e, negli ultimi mesi è tornato ai livelli pre-crisi. Ma, ci chiediamo, i sacrifici che noi facciamo, li stiamo rendendo produttivi, stiamo orientando le nostre scelte in modo che quanto accantonato possa far fronte alle mutate esigenze sociali e finanziarie? In più, stiamo accantonando abbastanza?
Passare dal mondo del «che rendimento mi da» al mondo del «scelgo il prodotto per soddisfare un bisogno», almeno nel campo del risparmio non è agevole. Sono le abitudini passate a condizionarci. I tassi del passato sui titoli di Stato ad averci distratto dalla giusta via. Il mondo è cambiato, noi siamo rimasti gli stessi. Così quando ci renderemo conto di ciò che davvero avremmo dovuto fare, saremo già stati superati dalla velocità del cambiamento. Eppure viviamo in un mondo migliore: meno guerre e fame, più istruzione e attenzione alle persone. Le tecnologie ci aiutano a crescere. Abbiamo, però, bisogno che i nostri progetti di vita siano affiancati da progetti di vita finanziari in grado di farci vivere il futuro con la serenità che ci meritiamo. La nostra agitazione, quando cerchiamo di guardare al domani, dipende anche da questo.
Di questo si parlerà nel corso della trasmissione Mercati Che Fare in onda, domani, sabato, alle 16.30 su TgCom24 di Mediaset.
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