Mondardini lascia l'Espresso ma resta in Cir. Cioli al vertice

A un anno dalla fusione con «la Stampa», il gruppo cambia la guida. I piani della holding, con 300 milioni in cassa

Mondardini lascia l'Espresso ma resta in Cir. Cioli al vertice

La squadra del gruppo Gedi, nato dalla fusione di Espresso-Repubblica con Stampa-Secolo XIX, cambia ancora. A guidare la società è stata nominata ieri Laura Cioli, ex Vodafone, Sky e Rcs, che prende il posto di Monica Mondardini. Quest'ultima diventa vicepresidente e, soprattutto, mantiene la carica di ad della Cir, holding della famiglia De Benedetti che di Gedi è primo socio con il 45,7 per cento.

A un anno dalla fusione si chiude così il cerchio del cambiamento: nel giugno scorso l'operazione era stata segnata dal passo indietro, non solo concreto ma anche simbolico, di un personaggio come Carlo De Benedetti, che aveva lasciato la poltrona di presidente al figlio Marco. In un cda rinnovato, anche generazionalmente, dove entravano John Elkann (che rappresenta il 6,2% della famiglia Agnelli) e Carlo Perrone (azionista poco sotto il 5%, derivate dal conferimento del Secolo), nei due posti a loro garantiti da un accordo parasociale. Mondardini restava al vertice nel segno della continuità. Ma ora, dopo tre mandati triennali, la manager scelta dall'Ingegnere opta per dedicarsi esclusivamente alla holding della famiglia De Benedetti, la Cir, completando il rinnovo dei vertici del gruppo editoriale. Di Altri dossier, per ora, non si raccolgono tracce: le voci sulla ricerca di un partner internazionale vanno e vengono senza mai alcuna conferma; così come non risulta nessun movimento tra i soci: da Torino escludono che Elkann sia compratore mentre da casa Cir è smentita ogni idea di dismissione da un settore ovunque in sofferenza.

La mossa varata nell'assemblea di ieri è stata premeditata da tempo, tanto che il nome di Cioli era nella lista per il rinnovo del cda presentata un mesetto fa. A sceglierla sono stati i fratelli Marco e Rodolfo De Benedetti (presidente di Cir), insieme con Mondardini e condividendo la nomina con Elkann e Perrone: i patti non prevedono regole di governance per la nomine, ma in ogni caso i grandi soci decidono insieme le scelte importanti. L'ex ad di Rcs è stimata sia da Rodolfo, che l'ha avuta nel cda di Cofide, sia da Marco, che ebbe modo di conoscerla quando guidava Tim mentre lei era ai vertici di Vodafone in Italia, sia da Elkann, che era ancora socio di Rcs quando nell'ottobre 2017 Mediobanca propose il nome della manager per sostituire il dimissionario ad Pietro Scott Jovane. In Rcs Cioli è poi rimasta troppo poco tempo per essere valutata, essendo arrivata l'Opa di Urbano Cairo nel giro di sei mesi. Per questo nel mondo Cir non si considera «significativa» l'esperienza passata alla guida del principale concorrente di Repubblica. Mentre contano di più quelle multimediali tra tlc e tivù. Di sicuro però serviranno anche doti di riorganizzazione, avendo Gedi di fronte, come tutte le società editoriali, anni molto difficili.

In ogni caso Cioli risponderà a Mondardini, avendo Cir «coordinamento e controllo» di Gedi. L'ad della holding, che ora ha un capoazienda per ognuna delle tre gambe del gruppo, Gedi, Sogefi e Kos, potrà dedicarsi a tempo pieno a questa attività.

E agli oltre 300 milioni che sono nella cassa di Cir. Pensando alo sviluppo. Anche perché, in termini di valore di gruppo, l'editoria pesa meno del 20%, contro il 30-35% della componentistica di Sogefi e il 45-50% della sanità di Kos.

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