Montezemolo per un'Alitalia più «sexy»

Il cda indica l'ex Ferrari alla presidenza della nuova compagnia. Hogan sarà vice con Cassano ad

Luca di Montezemolo è stato indicato dal cda dell'(attuale) Alitalia alla presidenza della nuova Alitalia, quella in società con Etihad. Il fatto non ha sorpreso: già da molti mesi, tra indiscrezioni e smentite, il suo nome era rimasto l'unico della lista, grazie alla sua amicizia personale con l'emiro Khalifa bin Zayed Al Nahyan, e forte di quel ruolo di «facilitatore» della trattiva che gli è stato riconosciuto dall'ad in carica, Gabriele del Torchio (al quale appartiene il copyright della definizione). Ha sorpreso un po' di più, perché non era stato anticipato, il fatto che James Hogan, presidente e ceo di Etihad, diventerà vicepresidente della nuova Alitalia. È chiaro che un socio al 49% dev'essere adeguatamente rappresentato: ma la presenza in prima persona di Hogan, l'uomo che ha fatto di Etihad una delle prime compagnie del mondo, dimostra il forte impegno per lo sviluppo di Alitalia. È lo stesso modello seguito in altre alleanze: Hogan è già vicepresidente di Air Berlin, di Air Serbia e di Jet Airways, tre delle principali partecipazioni di Abu Dhabi. La nomina di Silvano Cassano come ad, era invece già stata ufficializzata.

Montezemolo, pare, non avrà alcuna delega e sarà un presidente di pura rappresentanza, ruolo che gli è congeniale. Visto il suo stile e la sua appartenenza al mondo del lusso, darà il suo contributo a un'Alitalia «più sexy», come la vuole Hogan. Ma l'uomo forte, sotto ogni aspetto, sarà quest'ultimo, al quale peraltro il nuovo ad Cassano è legato da un rapporto antico e consolidato.

Le nomine saranno formalizzate in dicembre, nell'assemblea che ratificherà il closing dell'operazione e porrà le basi per l'avvio operativo della nuova compagnia, in gennaio. Quest'ultima costituita in ottobre, è stata chiamata Alitalia-Sai (Società aeronautica italiana) per differenziarla da Cai.

Il perfezionamento dell'iter avviato l'8 agosto con la firma del preaccordo, aspetta il 17 novembre, data entro la quale l'Ue autorizzerà la partecipazione di Etihad in Alitalia, dove verserà 387,5 milioni per il 51%. Non sono previste sorprese (salvo qualche piccolo aggiustamento), e anche ieri il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha ribadito: «Sono certo che Bruxelles darà il via libera», aggiungendo che «il governo italiano ha fatto rispettare tutte le norme europee».

Per il 20 e il 26 novembre è stata convocata (in prima e in seconda convocazione) l'assemblea della old company, che dovrà essere ricapitalizzata con 300 milioni; 80 saranno anticipati in questi giorni perché le casse della compagnia sono a secco (le previsioni dicevano che la cassa sarebbe finita il 24 ottobre, Del Torchio è riuscito a risparmiare un po' di più). L'anticipo e l'aumento saranno sottoscritti dagli stessi soci che hanno sostenuto finanziariamente le ultime fasi della società: Colaninno, Atlantia, Gavio, Pirelli, Unicredit, Intesa e Poste (queste ultime, impegnate per 75 milioni, ne verseranmno 50 alla midco, la società cuscinetto tra la vecchia e la nuova).

Divisi i sindacati sulla scelta di Montezemolo, «ottima» secondo Luigi Angeletti (Uil) e snobbata da Susanna Camusso (Cgil): «Mi sembra - ha detto sarcastica - che sia un esempio di posto fisso».

Etihad ha infine annunciato il reclutamento di 40 piloti di Alitalia. Per loro «un contratto triennale con l'opzione, al termine di questo periodo, di diventare un dipendente permanente».

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