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Mps accetta tutte le uscite e va in rosso di 360 milioni

Accolte 4.125 richieste volontarie, con un costo di quasi un miliardo. L'ok dei sindacati. Lovaglio: punto di svolta

Mps accetta tutte le uscite e va in rosso di 360 milioni

Mps accoglie tutte le 4.125 richieste di uscite volontarie arrivate dai suoi dipendenti e chiude i primi nove mesi dell'anno con una perdita di 360 milioni, dopo un terzo trimestre in rosso per 794 milioni. Sui conti hanno pesato 925 milioni di costi di ristrutturazione, necessari a finanziare gli esodi e prelevati dai 2,5 miliardi dell'aumento di capitale faticosamente chiuso a inizio novembre. Senza questa posta l'utile sarebbe stato di 565 milioni, alimentato da 415 milioni di benefici fiscali per la rivalutazione delle attività fiscali differite .

«Sono molto soddisfatto perché stiamo iniziando un nuovo capitolo nella storia della più antica banca del mondo», ha dichiarato l'ad, Luigi Lovaglio, definendo i risultati «un vero punto di svolta» e dicendosi convinto che Siena potrà «raggiungere in anticipo gli obiettivi di piano» al 2026 e tornare alla cedola già nel 2024, anziché nel 2025, a patto che la Bce rimuova il divieto che impedisce al Monte di remunerare i propri soci. Grazie agli esodi Mps potrà «ridurre i costi di oltre il 20% in un colpo solo», tagliandoli di «oltre 300 milioni all'anno» a partire da dicembre, mentre il rialzo dei tassi dovrebbe spingere il margine di interesse a superare, già nel 2023, il target di 1,47 miliardi fissato per il 2026.

E se sul fronte della qualità del credito «non si registrano segnali di deterioramento», ha detto Lovaglio, su quello dei rischi legali il calo del petitum e il rilascio di accantonamenti lascia sperare in «una evoluzione positiva» del contenzioso. La banca ha visto le richieste danni per false informazioni scendere da 4 a 3,2 miliardi e ha liberato circa 100 milioni di riserve in scia alla sentenza che ha assolto gli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Gli accantonamenti sono «un buffer prudenziale che rappresenta un fattore positivo» nella valutazione di Mps, ha detto Lovaglio, anche se su Siena pende il rischio di un processo che potrebbe mettere in dubbio la contabilizzazione di oltre 11 miliardi di perdite su crediti. Lovaglio ha escluso che la perdita di un dipendente su cinque possa avere un «impatto negativo per i clienti», grazie alle misure di riorganizzazione, mentre i sindacati hanno giudicato «favorevolmente» l'accoglimento di tutte le 4.125 domande (la banca aveva ipotizzato inizialmente 3.500 uscite), chiedendo «migliori tutele e garanzie» e «la valorizzazione» di chi dovrà affrontare una «complessa e difficile fase di riorganizzazione». Con la Fabi che ribadisce la richiesta di «autonomia» per Mps, una banca che «può ancora dire la sua».

Tornando ai conti, grazie all'aumento Mps ha visto l'indicatore di solidità patrimoniale Cet 1 ratio risalire al 14,7% mentre il portafoglio crediti deteriorati si mantiene stabile a 4 miliardi, con coperture in crescita al 53,6%. I ricavi hanno ristagnato (-0,5%). L'aumento delle rettifiche su crediti (da 27 a 320 milioni), ha ridotto del 47,9% il risultato operativo netto.

In Borsa titolo invariato a 1,8 euro.

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