Tre miliardi in nove mesi. Li ha persi il Monte dei Paschi, a fronte di una perdita di 849 milioni registrata nello stesso periodo del 2016. L'istituto guidato da Marco Morelli ha invece chiuso in utile il terzo trimestre (per 242 milioni) ma grazie all'impatto positivo dei 554 milioni del burden sharing - ovvero la ripartizione dei costi del risanamento tra pubblico e privato - che ha neutralizzato 280 milioni di costi di ristrutturazione per l'uscita di 1.200 dipendenti. Pesa invece l'impatto negativo, pari a 46 milioni, del contributo al salvataggio di delle casse di Cesena, Rimini e San Miniato.
Nel frattempo va avanti la riorganizzazione: il gruppo senese conta di anticipare alla seconda metà del 2018 l'obiettivo di chiusura delle 600 filiali fissato al 2021. La banca che è gia al 48% del suo target, punta a chiudere altre 152 filiali tra dicembre e gennaio e le residue 161 agenzie entro la seconda metà del 2018. I vertici stimano un basso tasso di perdita della clientela legato alla chiusura delle filiali pari al 5% del totale. Morelli ha inoltre indicato un obiettivo a fine anno per la riduzione dei crediti incagliati a 1,5 miliardi dopo che nei nove mesi si è già registrata una riduzione di 1,1 miliardi.
«Nonostante il processo per finalizzare il piano di ristrutturazione sia stato molto lungo» e «nonostante una serie di azioni che è stato necessario fare per ottemperare a tutte le richieste delle Authority, abbiamo dimostrato che il gruppo è solido dal punto di vista commerciale e dispone di tutte armi e competenze per iniziare un processo di recupero normale e sano dall'inizio del prossimo anno», ha detto Morelli
La sfida del nuovo Monte di Stato, tornato da poco in Piazza Affari, non si giocherà soltanto sul campo dei conti ma anche su quello delle poltrone e degli equilibri azionari. Ieri, come previsto, il cda si è dimesso. Il prossimo 18 dicembre si riunirà l'assemblea straordinaria dei soci per rinnovare il board dopo il salvataggio dello Stato, nuovo azionista di controllo. All'assemblea il Tesoro si presenterà con una quota di circa il 68% del capitale cui arriverà dall'attuale 52,1% al termine dell'offerta in corso destinata ai risparmiatori detentori di azioni Mps per effetto del burden sharing che potranno cederle allo Stato in cambio di bond senior. I soci dovranno approvare anche la modifica di 17 articoli su 35 dello statuto. Il cda dovrebbe restare di 13 membri dei quali 10 saranno appannaggio del ministero dell'Economia sulla base del meccanismo del voto di lista.
Le liste di minoranza (se ce ne saranno) si spartiranno i residui tre posti in consiglio. Generali, ora al 4% del capitale, dovrebbe presentare una sua lista. Possibile che un'altra di minoranza sia messa in piedi dai fondi esteri.CC
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