Prosegue lo scontro sul nuovo piano industriale del Monte dei Paschi, che ieri in Borsa ha perso un altro 6% a 21 centesimi. Lunedì alle ore 12.30 i sindacati torneranno all'auditorium di viale Mazzini a Siena per confrontarsi in sessione plenaria con i vertici aziendali sul nodo dei 4.600 esuberi e sulle contestate esternalizzazioni.
Tra i muri di pietra di Rocca Salimbeni non sono però passati inosservati i contatti in corso tra il capo delle risorse umane Ilaria Dalla Riva e i cinque coordinatori del primo tavolo sindacale di Mps, tutti «senesi doc» (o comunque d'adozione come Antonio Damiani della Fisac). In sostanza si tratta di un terzo livello di contatto lavoratori-azienda che sta scorrendo sottotraccia, lontano dai riflettori puntati sia sugli incontri plenari sia sulla cosiddetta commissione «ristretta»: finora gli incontri semi-segreti sarebbero stati tre (l'ultimo mercoledì) e un quarto sarebbe in agenda oggi.
La trattativa sul piano resta comunque in stallo. Sia l'ad Fabrizio Viola sia il presidente Alessandro Profumo hanno fatto capire che non c'è tempo da perdere. Il primo, corroborato da conti semestrali in rosso per 1,6 miliardi a causa della completa svalutazione di Antonveneta, ha definito i tagli previsti «indifferibili». Profumo ha, invece, detto che la «senesità» del Monte di fatto non esiste più, bocciando la precedente gestione sia per la massa dei Btp sottoscritti sia per l'acquisto di Antonveneta. Un'operazione da 9 miliardi di euro, concepita dal suo predecessore Giuseppe Mussari.
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