La multa a Roche e Novartis arriva nell'aula del tribunale

La multa a Roche e Novartis arriva nell'aula del tribunale

Se non sapete cos'è la maculopatia senile, i nomi Avastin e Lucentis non vi diranno nulla. Ma attorno a questi due farmaci, impiegati per la cura di una grave patologia agli occhi, è da tempo in corso una battaglia. Che ha raggiunto l'acme quando l'Antitrust ha deciso di stangare con una maxi-multa da 183 milioni Roche e Novartis. Il motivo: aver ostacolato la diffusione del farmaco meno caro, l'Avastin (135 euro per un ml), a vantaggio del costosissimo Lucentis (3.200 euro per ml), attraverso una politica di cartello. Un caso che, oltre a spaccare la comunità scientifica, ha anche allertato le associazioni dei consumatori, in un crescendo di polemiche arrivato fino in Parlamento. D'altra parte, in tempi di spending review c'è una certa ipersensibilità verso i costi della sanità.

E infatti l'Authority guidata da Giovanni Pitruzzella, nel dettagliare la sentenza del marzo scorso, metteva l'accento anche sul fatto che la cancellazione per ragioni di sicurezza dell'Avastin, da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), dai prodotti rimborsabili ha provocato un forte contraccolpo sui bilanci regionali. Danni stimati in 45 milioni nel 2012, ai quali vanno aggiunti costi futuri di 600 milioni l'anno.

I due gruppi farmaceutici hanno sempre respinto le accuse. Sottolineando che l'Avastin, della Roche, era stato elaborato per curare forme di tumore al colon, seppur fosse poi stato impiegato anche in ambito oftalmico off label , la procedura che permette la somministrazione di un farmaco per un impiego diverso rispetto a quello per cui è venduto; Lucentis, brevettato da Roche e dato in licenza a Novartis, è invece stato studiato per la degenerazione maculare. Insomma: secondo le Big Pharma non c'è equivalenza tra i due farmaci, come invece obietta l'Antitrust, che imputa a Roche e Novartis, per pure ragioni di profitto, di aver «oscurato» il prodotto più economico.

Dopo che i due colossi elvetici avevano presentato ricorso, della questione sarà chiamato oggi a occuparsi il Tar del Lazio. Ma il caso è finito anche in un paper di dell'Istituto Bruno Leoni (Ibl), in cui l'autore, Serena Sileoni, solleva più di un dubbio sulla legittimità dell'Authority a decidere. Dice subito il rapporto: «L'intesa (Novartis-Roche, ndr ) viene provata dall'Autorità da una serie di atteggiamenti che, presi singolarmente, mostrano, più che l'intento collusivo, il rispetto della normativa sulla farmacovigilanza». Si chiede dunque l'Ibl: ma davvero l'Antitrust ha la competenza delle autorità che sorvegliano il mercato farmaceutico, necessaria per giudicare una questione così delicata? L'Authority per la concorrenza è in grado di mettere in discussione l'efficacia del sistema di regolazione e controllo del mercato dei farmaci? No, secondo l'analisi.

Malgrado ciò, la sentenza non sembra lasciare dubbi circa la sicurezza terapeutica dell'Avastin.

Mettendo dunque in discussione «il ruolo dello delle Autorità preposte alla vigilanza», le sole cui compete stabilire se il comportamento di un'azienda farmaceutica rientra nella norma prassi prudenziale, oppure sia da bollare come atteggiamento anticoncorrenziale.

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