Ha parlato di tutto, ieri a Bruxelles, Sergio Marchionne, sia come presidente di turno dellAcea, lAssociazione europea dei costruttori di automobili, sia nelle vesti di ad del gruppo Fiat-Chrysler. E lo ha fatto in una giornata che ha visto la firma, a Mosca, della lettera dintenti tra il Lingotto e la Sberbank per la produzione e distribuzione di vetture e furgoni in Russia.
La banca russa, in proposito, intende finanziare il progetto e inoltre acquisire una partecipazione del 20% della joint venture. Saranno prodotte Jeep, con un investimento massimo di 850 milioni.
Restando in casa Fiat, Marchionne ha fatto capire di guardare oltre lEuropa nella ricerca di un terzo partner con cui condividere lo sviluppo e la produzione di nuovi modelli. Nel mirino ci sarebbero Suzuki (con i giapponesi Fiat già collabora) e Mazda, questultima pronta ad avviare un piano di espansione globale. La notizia che Gm è sul punto di acquisire tra il 5 e il 7% di Psa Peugeot Citroën (i francesi starebbero pensando a una ricapitalizzazione pari a 1 miliardo e su questo, visto lexploit in Borsa, sono stati chiamati a rapporto dallAuthority), ha indotto Marchionne a dirottare la propria attenzione verso Oriente. «In Europa - ha precisato - sono rimasti pochi partner».
Lintervento di Marchionne a Bruxelles è coinciso con le nuove dichiarazioni pro Chrysler pervenute direttamente dalla Casa Bianca. «Lindustria Usa dellauto è tornata - ha detto Barack Obama - Gm è di nuovo la prima casa automobilistica al mondo. E Chrysler sta crescendo in America più veloce di ogni altro costruttore». Obama ha anche elogiato il sindacato di categoria, Uaw: «Avete aiutato a riscrivere la storia degli Stati Uniti, se voi aveste girato le spalle, se lAmerica avesse gettato la spugna, Gm e Chrysler oggi non esisterebbero». Ed eccoci a Marchionne con labito Acea e al suo nuovo e forte messaggio in direzione della Ue. «Bruxelles - ha osservato - deve affrontare i venti contrari delleconomia con una forte politica industriale». LUe deve quindi concentrarsi urgentemente sul suo futuro industriale e affrontare le questioni fondamentali che limitano la competitività della regione, allontanandosi dagli interessi nazionali, a breve termine, che ostacolano il benessere dei cittadini europei nel lungo periodo. «LEuropa - ha aggiunto - è a un punto critico. Questa seconda crisi segue da vicino una recessione globale, i cui effetti non sono ancora stati del tutto superati». Marchionne prevede un anno difficile per lindustria automobilistica e, per quanto riguarda le vendite di veicoli in Europa, la «stima più ottimista» è che le nuove immatricolazioni saranno piatte fino al 2014. «Il fatto è - ha spiegato - che pochissimi produttori fanno soldi in Europa. Ciò non è sostenibile.
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