Il «Nobel» all'economista che vuole libertà di licenziare

«Le imprese devono pagare solo un indennizzo a chi viene mandato a casa Troppa protezione per i lavoratori dipendenti: così si penalizzano i giovani»

Non appena appresa la notizia, il premier Manuel Valls ha gonfiato a elio il già di per sé ipertrofico ego transalpino: «È uno schiaffo per quanti criticano la Francia - ha cinguettato su Twitter -. Dopo Patrick Modiano, un altro francese alle stelle: congratulazioni a Jean Tirole. Fieri della Francia». È un peccato che del fresco Nobel per l'economia non si conosca l'opinione sulla persistente tendenza del governo a sforare i parametri delle sacre scritture di Maastricht, facendone coriandoli. Ma una certa severità dev'essere connaturata a questo 61enne privo della boria da primo della classe nonostante le due lauree in ingegneria conseguite a Parigi e un dottorato presso il mitico Mit, autentica fucina di talenti.

Insomma, uno che sulle sudate carte ha speso una vita per mettere sotto la lente i meccanismi degli oligopoli, per smontare gli ingranaggi delle multinazionali e arrivare quindi alla sintesi, cioè su come regolare i mercati industriali con poche, potenti aziende. In parole povere: se lasciati senza regole, questi mercati spesso producono effetti socialmente negativi, prezzi più alti di quelli motivati dai costi, o aziende improduttive che sopravvivono bloccando l'ingresso di nuove e più produttive. Detta così, la tesi di Tirole suona forse un po' grossolana, eppure dà l'idea di un uomo che avversa l'immobilismo, le rendite di posizione e tutto ciò che puzza di conservatorismo. Un progressista con forti venature liberali, si direbbe.

Ciò, peraltro, traspare in tutta evidenza in uno studio del 2003 che il novello Nobel aveva sviluppato con Olivier Blanchard, l'attuale capo-economista del Fmi. In buona sostanza, la coppia suggeriva di adottare un sistema semplice: l'azienda ha libertà assoluta di licenziamento e deve solo corrispondere un semplice indennizzo al lavoratore mandato a casa. Insomma: adieu , articolo 18. A favore di quel contratto unico, con l'abolizione della distinzione tra tempo determinato e tempo indeterminato, che già allora teorizzava. Convincimento che oltre un decennio dopo Tirole ha rafforzato: «troppa protezione - ha detto ieri - penalizza i giovani» e ha reso «piuttosto catastrofico» il mercato del lavoro francese anche se la Francia «non è un caso disperato: basta fare le riforme».

Alla liberazione dai lacci che legano il mondo del lavoro, Tirole contrappone però l'esigenza di vincoli più stringenti per le banche.

Se la vigilanza unica è «un'idea fantastica», bisogna tener conto che la regolamentazione «deve risultare sufficientemente energica da intervenire abbastanza presto, quando una banca assume comportamenti sbagliati». Sotto il profilo della rapidità d'azione, rispetto al bradipo Jean-Claude Trichet, con Mario Draghi possiamo certo star più tranquilli.

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