Economia

Per non chiudere gli sportelli le Poste si alleano coi Comuni

In temi di crisi e di tagli, non sono troppi 14mila uffici postali in Italia? Per l'ad di Poste Italiane no

Per non chiudere gli sportelli le Poste si alleano coi Comuni

La domanda, in tempi di risparmi e di tagli, è legittima, ma Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste italiane, la giudica subito “insidiosa”: “Non sono troppi 14mila uffici postali in Italia?”. “No” è la risposta. “E anche dove un ufficio, magari periferico e sperduto, non è più economico, per tenerlo in vita abbiamo la soluzione. Alleanze con i comuni e con gli enti locali per far diventare la Posta un luogo nel quale far convergere altri servizi pubblici. Stiamo facendo già dei test in Toscana e in Calabria, dove allo sportello è possibile prenotare le visite mediche del Servizio sanitario. In varie altre città, Napoli, Roma, Torino e altre, forniamo anche i certificati anagrafici del Comune”.

Insomma: la salvezza per tanti uffici (e per i loro dipendenti) sarà allargare il perimetro delle attività offerte ai cittadini, valorizzando la capillarità della presenza postale e la sua caratteristica di rete. Le risposte di Sarmi vanno lette anche con un significato sociale: le Poste, il cui capitale è al 100% pubblico, hanno vivo il senso di responsabilità verso i loro 150 mila dipendenti. Negli anni, nessun tagli al personale è stato effettuato, e nessun ricorso alla Cassa integrazione. Quanto agli uffici, in Austria, Gran Bretagna e in altri Paesi la rete è stata ridotta e razionalizzata: ma in Italia negli ultimi dieci anni il saldo tra chiusure e apertura è addirittura positivo.

Tutto ciò è dovuto soprattutto agli utili del Bancoposta, ovvero dei prodotti finanziari del gruppo, che sono in grado di sostenere le perdite della divisione postale (che, in termini di business, negli ultimi anni ha perso 3 miliardi di spedizioni su 8, a causa principalmente della concorrenza della posta elettronica). Le Poste, va ricordato, sono il più grande raccoglitore di danaro in Italia: “400 miliardi di euro – sottolinea Sarmi - una cifra colossale, una grossa fetta del Pil del nostro Paese”.

La tecnologia fa la sua parte per l'ammodernamento dei servizi, naturalmente. Sono ormai 18.500 su 40mila i postini dotati di palmare e Pos. Spiega Sarmi: "Abbiamo equipaggiato 18.500 portalettere di un dispositivo che consente di portare nelle case degli italiani i servizi degli uffici postali. Stiamo partendo a macchia di leopardo in tutta Italia".

L'occasione per queste dichiarazioni è stata l'inaugurazione, a Torino, della mostra storica sui 150 anni delle Poste italiane.

 

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