Economia

Attenti alla nuova "tassa occulta" sul conto corrente

Secondo una recente indagine di Bankitalia del 2020, il costo annuo per mantenere un conto è aumentato mediamente di 88,5 euro rispetto al 2019. A crescere sono state, in particolare, le spese fisse

Attenti alla nuova "tassa occulta" sul conto corrente

Brutte notizie per i correntisti. A penalizzare i clienti delle banche c’è un nuovo balzello, frutto della crisi economica derivante dalla pandemia da Covid-19. La Banca centrale europea (Bce) ha portato in negativo i tassi di interesse per favorire la circolazione di denaro e dei prestiti, con l’obiettivo di rilanciare la crescita economia. Una decisione che, però, ha finito per sfavorire i titolari dei conti correnti, i quali dovranno pagare di tasca loro le strategie della Bce. È facile da capire che, avendo operato questa scelta, le banche seppure garantissero ai propri clienti un mutuo a tasso zero ci rimetterebbero dei soldi. Ma se è difficile pensare che gli istituti di credito possano lavorare gratis, diventa addirittura utopia credere che accettino di perderci del denaro. Ecco perché in loro soccorso, in maniera inconsapevole, arrivano i titolari di conti correnti.

Secondo una recente indagine di Bankitalia del 2020, il costo annuo per mantenere un conto è aumentato mediamente di 88,5 euro rispetto al 2019. A crescere sono state, in particolare, le spese fisse (ossia gli assegni, i prelievi bancomat, i bonifici e i canoni annui), mentre poco meno di un terzo riguarda le spese variabili. Il rischio reale è che più si ha un conto corrente ricco, più si perdono soldi. Al contrario, si rischia di andare sotto se è depositato poco denaro. La situazione potrebbe anche peggiorare dal prossimo anno, quando entrerà in vigore la norma che impedisce i pagamenti in contanti oltre i 999,99 euro. I prelievi allo sportello o al Bancomat aumenteranno inevitabilmente e di conseguenza anche i costi per i correntisti. Ciò vale anche per non usa i contanti, con le commissioni su bonifici e assegni che producono gli stessi risultati.

Aumentando i costi, le banche cercano di ottenere un doppio scopo: da un lato non hanno intenzione di rimetterci soldi, dall’altro spingono i correntisti a chiudere i conti correnti per investirli in titoli. In questo modo si riduce la grande quantità di soldi liquidi presente nei depositi, che produce interessi insignificanti, per ottenere maggiori ricavi. Ciò garantirebbe benefici anche ai clienti, i quali tornerebbero a guadagnare. La speranza delle banche è che la Bce alzi, anche di un solo punto, i tassi di interesse, ma ciò non accadrà in tempi brevi. Questo sarebbe un segnale fondamentale, poiché avvierebbe un circolo virtuoso. Con l’aumento dei tassi di interesse le banche non sarebbero costrette a inserire nuovi balzelli sui conti correnti, anzi potrebbero tornare a premiare chi deposita i propri risparmi.

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