Brindano le associazioni dei consumatori dopo la sentenza del Consiglio di Stato che dando ragione all'Agcom, obbliga i gestori di tlc, Vodafone, Wind Tre e Fastweb a rimborsare gli utenti a cui sono state mantenute, a partire dal 23 giugno 2017, data della decisione dell'Autorità, tariffe telefoniche mobili a 28 giorni invece di 30. Il ritorno alla fatturazione a 30 giorni, dopo un lungo braccio di ferro, è avvenuto, in tempi leggermente diverse a secondo del gestore a partire dall'aprile del 2018. Della partita c'è anche Tim che però ha presentato il ricorso in un secondo momento e dunque la condanna a pagare non è compresa in questa prima sentenza. Che però farà da linea guida anche per quanto riguarda il verdetto che sarò emesso con l'ex-monopolista.
Da sottolineare che i rimborsi, anche se la tariffazione fuori legge si è protratta su un periodo decisamente lungo, non saranno alti: si va dai 30 ai 50 euro a utente. Ma per i gestori la cifra totale non è certo banale. Le stime fatte dalle associazioni dei consumatori parlano infatti di oltre un miliardo di rimborsi totali. Ed è per questo che, anche se il versamento della cifra da rimborsare da parte dei gestori dovrebbe essere in automatico, ci potrebbe essere qualche dimenticanza strategica.
Se dovesse accadere Aduc, una delle associazioni consumatori, consiglia di procedere d'attacco rispedendo al mittente cifre ridicole di rimborso che potrebbero essere fatte nelle prossime bollette e chiedere di essere rimborsati anche per i danni. Per Aduc sarebbe oltretutto opportuno inviare un'intimazione al gestore con raccomandata con ricevuta di ritorno chiedendo anche i danni. Inoltre se alla lettera si riceve risposta negativa oppure non si riceve risposta alcuna, si può fare un tentativo di conciliazione presso il Corecom della propria Regione. Se neanche la conciliazione va a buon fine, fare causa presso il proprio giudice di pace oppure presentare istanza di definizione della controversia al proprio Corecom regionale, se abilitato, oppure direttamente all'Agcom utilizzando un formulario particolare. Il problema è che fare causa dal giudice di pace, tra bolli e quant'altro costerebbe più dell'eventuale rimborso.
Insomma, le compagnie telefoniche che avevano fatto ricorso contro la decisione di assegnare un rimborso agli utenti da parte di Agcom, potrebbero anche farla franca. Intanto però il giudice amministrativo di secondo grado ha respinto i ricorsi dei gestori. Riguardo alle multe che l'Autorità nelle delibere ha comminato alle compagnie, il Consiglio di Stato ha confermato il dimezzamento già deciso dal Tar.
Per
l'avvocato Paolo Fiorio, il legale che ha assistito l'associazione Movimento Consumatori davanti al Consiglio di Stato, «gli indennizzi devono essere automatici e immediati e devono prescindere dalle richieste degli utenti».
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