Economia

Ora Air France ha paura delle nozze Alitalia-Etihad

Ora Air France ha paura delle nozze Alitalia-Etihad

Sono giorni decisivi per la vicenda Alitalia che appare incagliata sulle richieste di Etihad. Gli ottimisti sostengono che già tra oggi e domani a sbloccare la situazione potrebbe arrivare una lettera da Abu Dhabi (in tal caso Alitalia terrà un cda lunedì o martedì); dovrebbe essere, questa volta, un'offerta puntuale, con l'indicazione del quanto e quando, «a condizione» che le controparti italiane garantiscano di realizzare una serie di impegni. I pessimisti pensano che se la proposta dall'Emirato dovesse tardare ancora sarebbe un brutto segnale e che tutta la trattativa rischierebbe di incartarsi forse definitivamente. L'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, ha una delega molto ampia e appare come il coordinatore delle varie parti in causa; con governo, banche e sindacati Etihad chiede infatti proprio ad Alitalia di sistemare le cose prima del suo arrivo. Proprio i sindacati sono il fronte più in movimento. Sono stati riconvocati per martedì e l'atteggiamento appare collaborativo. Ma a una condizione: che qualunque nuovo risparmio sul costo del lavoro venga deciso, esso abbia vigore solo se e quando Etihad entrerà nel capitale. Ulteriori sacrifici, in altre parole, avranno senso solo nella prospettiva di un piano industriale di sviluppo.
Le altre parti in causa appaiono più ostiche. Le banche, alle quali è chiesta la ristrutturazione di almeno 400 milioni di crediti, sono divise; più disponibile Unicredit, meno Intesa Sanpaolo, la cui nuova filosofia è lontana da quella «banca di sistema» che aveva ispirato l'operazione Alitalia nel 2008. Ma proprio oggi - quasi un paradosso - il gruppo Intesa Sanpaolo è il primo azionista della compagnia.
Terzo fronte aperto, il governo. Non c'è dubbio che la vicenda imbarazzi Matteo Renzi, specie durante una campagna elettorale, perché il rischio di creare scontenti e alimentare polemiche è evidente. Nuovi ammortizzatori sociali significherebbero far ricadere sui cittadini ulteriori costi, mentre la liberalizzazione dei voli da Linate (una delle condizioni-chiave poste da Etihad; il testo del decreto è in costruzione) dovrà essere compensata da qualche misura salva-Malpensa, per non suscitare troppe avversioni in Lombardia; quest'ultimo tema sarà affrontato nel piano industriale, in particolare basando nell'ex-hub voli di lungo raggio in numero superiore alle aspettative.
Mentre a Roma si guarda il calendario con preoccupazione, da Parigi la vicenda è seguita con molta attenzione. Air France ha convocato il proprio cda per martedì, e in quella sede si parlerà certamente anche di Alitalia. La vicenda per i francesi è imbarazzante da qualunque punto di vista la si prenda. Per quattro anni AF è stata il primo azionista di Alitalia con il 25% poi, quando in sede di aumento di capitale avrebbe potuto impadronirsene facilmente, il gran diniego l'ha portata al 7 per cento.
La trattativa di Alitalia con Etihad, che pure è un ottimo alleato commerciale di Parigi, rischia di far sfuggire quella che era considerata ormai una controllata; al punto che il numero uno di AF, Alexandre de Juniac, non ha escluso di rientrare in qualche modo nella partita. Poi c'è l'irritazione legata alla (probabile) concessione agli arabi di molte richieste negate ai francesi. Infine, Parigi ha un timore: gli accordi tra Alitalia e Air France che prevedono una «cassa comune» per tutti i voli europei scadranno nel 2017, data tutt'altro che lontana. Se è vero che oggi non vengono messi in dubbio, fra tre anni potrebbero essere profondamente rivisti, alleggerendo il traffico italiano sul Charles de Gaulle e dirottandolo su Fiumicino.


La domanda che sorge spontanea è la seguente: perché si dà agli arabi ciò che si è negato ai francesi? La risposta è semplice: perché l'alleanza con Etihad potrà portare un reale beneficio ai passeggeri italiani, al mercato, all'hub di Roma e all'occupazione; l'alleanza con Parigi è sempre stata incentrata, invece, su un ruolo subalterno di Alitalia, ridotta a compagnia regional, a vantaggio di Air France, del suo network e del suo aeroporto.

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