Ora Alitalia chiede soldi alle banche

Palazzo Chigi: vertice "costruttivo" con i grandi creditori. Gilberto Benetton: "Bene Air France"

Ora Alitalia chiede soldi alle banche

Alitalia vive i suoi giorni più drammatici proprio nei giorni più difficili per il governo. Il fatto che ieri, in una situazione politica molto tesa, Palazzo Chigi abbia ospitato non una, ma addirittura due riunioni dedicate alla compagnia, dimostra come ormai la questione sia una priorità non rinviabile. Lo schieramento al tavolo conferma l'importanza del problema: c'era il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi, quello dello Sviluppo, Flavio Zanonato, il sottosegretario alla Presidenza, Filippo Patroni Griffi. Dall'altra parte, il presidente di Alitalia Roberto Colaninno e l'ad Gabriele Del Torchio. In più, i rappresentanti delle banche, in particolare di Intesa e di Unicredit, e alcuni grandi creditori, quali Eni e Aeroporti di Roma; quest'ultima società anche in quanto gestore dell'hub di Fiumicino, che nel caso di arrivo di Air France verrebbe sicuramente depotenziato.
La riunione è cominciata in mattinata, è stata interrotta a metà pomeriggio e poi è ricominciata a sera, prolungandosi per alcune ore. Lo scopo era quello di cercare di dare sicurezza ad Alitalia per metterla nelle condizioni di non capitolare completamente ad Air France, candidato «naturale» al controllo. Alla conclusione è stato emesso un cominciato che ha sottolineato lo «spirito costruttivo» del confronto. Il tavolo è stato aggiornato alla prossima settimana.
I filoni di discussione sarebbero stati tre: un intervento governativo nei confronti di Parigi per cercare di ammorbidire le posizioni francesi, specie su un possibile radicale ridimensionamento di Alitalia; la sensibilizzazione delle grandi banche per un ulteriore, cospicuo intervento finanziario, tale da scongiurare un eccessivo affanno nelle prossime settimane (ricordiamo che l'Enac può sospendere la licenza a chi non presenti determinati parametri di liquidità); la ricerca di una risposta «di sistema» ai problemi di Alitalia, a cominciare da un freno alle pressioni dei creditori, per esplorare poi diverse ipotesi emerse in quest'ultimo periodo. Il fatto che in serata a Palazzo Chigi siano arrivati l'ad di Finmeccanica, Alessandro Pansa, e quello della Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorno Tempini, ha acceso ulteriori congetture; ma era in corso anche una diversa riunione dedicata al gruppo della difesa.
Da Parigi è arrivato un segnale attraverso un'intervista a Les Echos al numero uno di Air France, Alexandre de Juniac, che ha detto: «Le nostre condizioni per aiutare Alitalia sono molto severe, se saranno accolte io sono pronto ad andare avanti». «Non posso entrare nel dettaglio di queste condizioni perchè, al momento, sono oggetto di negoziazione». «Se Alitalia, insieme a noi, si dota dei mezzi per il suo sviluppo in modo sostenibile a medio e lungo termine, noi l'accompagneremo in questo cammino di riconquista».
Ora c'è attesa per il cda di Alitalia convocato per domani.

Ieri, in mattinata, uno dei principali soci, Gilberto Benetton, il cui gruppo controlla anche Adr, ha detto esplicitamente che «l'arrivo di Air France va benissimo, ma bisogna vedere le condizioni e la governance. È stato un errore non vendergliela 5 anni fa».

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