Ora Alitalia si appende ad Avianca

Spunta l'interesse del gruppo colombiano. Di Maio: "Spero Delta aumenti la quota"

Ora Alitalia si appende ad Avianca

Poco più di dieci giorni per salvare Alitalia. Il ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, ieri al termine dell'incontro con i sindacati ha ribadito di voler rispettare la scadenza del 15 luglio per la presentazione delle manifestazioni ufficiali d'interesse oltre a quelle già avanzate dal gruppo Toto, da Claudio Lotito e dal patron della colombiana Avianca, Germán Efromovich. Gli attuali soci della cordata che dovrebbe rilevare gli asset in bonis (ministero dell'Economia, Fs e Delta) hanno messo a disposizione una cifra intorno al miliardo di euro. «In questi ultimi giorni è possibile siano pervenuti altri interessamenti», ha lasciato intendere il capo politico pentastellato confermando, ove mai ce ne fosse stato bisogno la propria avversione nei confronti della famiglia Benetton. Su Atlantia «non c'è nessun pregiudizio ma non ha presentato alcuna manifestazione di interesse», ha detto.

Di Maio ha fornito queste indicazioni ai rappresentanti dei lavoratori della compagnia e ha fissato una sorta di cronoprogramma. «Dal 15 luglio inizierà, come risaputo, la discussione sul piano industriale della newco assieme alle sigle sindacali: un piano industriale che dovrà dare rilancio alla compagnia aerea e garantire la tutela dei livelli occupazionali», ha dichiarato il ministro in una nota, specificando che dovrà trattarsi di «un'operazione di mercato e non di natura politica».

Secondo quanto riferito al tavolo sindacale, Fs detiene circa il 35% della cordata, l'americana Delta tra il 10 e il 15% mentre il Tesoro si attesta attorno al 15%, con una quota lievemente superiore a quella del vettore Usa.

L'auspicio è che l'azionista statunitense aumenti la propria quota e salga dal 15 al 25 per cento. Una pia illusione se si considera che proprio Delta aveva cercato la strada della moral suasion, spingendo per il coinvolgimento di Atlantia, più legata al business aeroportuale tramite Adr.

Il tempo è un fattore decisivo perché, in base a quanto trapelato dalla riunione, Alitalia avrebbe in cassa 435 milioni di euro al 30 giugno, mentre altri 150 milioni sarebbero stanziati presso Iata. Sarebbero, inoltre, in aumento ricavi e passeggeri, rispettivamente del 3,8 e del 2 per cento. Insomma, poco meno della metà del prestito ponte da 900 milioni di due anni fa è stata bruciata con la Commissione Ue che sta ancora verificando se sia il caso di aprire la procedura per aiuti di Stato. Di Maio, tuttavia, è fiducioso di trovare i nuovi azionisti che garantiscano almeno 300 milioni aggiuntivi rispetto a quelli già messi insieme dalla cordata.

I sindacati si sono dichiarati delusi e hanno giudicato troppo vaghe le rassicurazioni ricevute, confermando lo sciopero di 24 ore indetto per il 26 luglio.

«Occorrono risposte chiare sugli investimenti, sulle rotte e soprattutto sulla tutela del personale: i tempi si stanno allungando troppo», si è lamentata la leader Cisl Annamaria Furlan, mentre il segretario generale Cgil Maurizio Landini ha alzato l'asticella. «Per noi fa la differenza il piano industriale, che investimenti si fanno e quali aerei si comprano».

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