Ora Trieste prova a lasciare i salotti Occhi puntati su Rcs e Telecom

«Non è il nostro mestiere speculare sul mercato o essere un azionista strategico». Mario Greco ha cercato di lanciare un messaggio preciso ai soci ricordando una delibera del cda del febbraio 2011. E a fine giornata è soddisfatto: «Il commento migliore che ho sentito da molti è che Generali è una società che si occupa di assicurazioni».
La Lex Column lo ha paragonato a Cavour per il ruolo di unificatore di Generali. Ma si può affermare che il Leone si sia già affrancato dal capitalismo di relazione? Sarà un percorso lungo e la prima tappa, quella del patto Pirelli che scade oggi, ha un valore simbolico. «Siamo favorevoli a rimanere un altro anno se la durata sarà accorciata perché ne abbiamo una valutazione positiva», ha detto. E poiché così sarà, le decisioni sul 4,41% della Bicocca sono rinviate al 2014.
L'anno prossimo si dovrà pensare anche all'accordo parasociale di Rcs. Greco è stato sibillino sull'aumento di capitale dell'editrice. «Se sarà a condizioni interessanti parteciperemo, viceversa...», ha tagliato corto. Ci sarà poi affrontare il capitolo Mediobanca, la controllante che è anche una partecipata (2%). «Siamo una public company e prendiamo decisioni nell'interesse di tutti», ha replicato. Insomma, a prescindere dall'eventuale riduzione della quota di Piazzetta Cuccia dal 13,2 al 10% (causa Basilea 3), Generali vuole camminare sulle proprie gambe. «Le regole di Basilea non sono un nostro problema, con tutto il rispetto per i regolatori della banche», ha aggiunto. È stato l'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, a volere che il fiore all'occhiello del proprio portafoglio fosse gestito come una grande compagnia internazionale, senza provincialismi. Non è un caso che azionisti di rilievo della compagnia come Lorenzo Pellicioli e Marco Drago ieri fossero in prima fila ad ascoltare Greco. Per i destini del 30,6% di Telco (partecipata da Mediobanca), salvo soluzioni «politiche» per la rete, la data chiave è marzo 2015. Le svalutazioni di Telecom hanno appesantito i bilanci Generali degli ultimi anni e Greco non fa sconti: non ha fatto mistero di aver pensato di rinegoziare i contratti di telefonia (nel 2011 sono costati 74 milioni).

Tutte queste realtà insieme valgono 5-6 miliardi a fronte di un portafoglio che pesa 350 miliardi. La scelta di un management committee che valuti ogni investimento potrebbe cambiare i rapporti con Mediobanca. Per saperlo occorre, però, aspettare il 2014.
GDeF

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