Oro meglio di Wall Street, lingottini a ruba negli Usa

Quotazioni record oltre 2.700 dollari. Boom di domanda di Etf nelle banche e forti acquisti negli ipermercati Costco

Oro meglio di Wall Street, lingottini a ruba negli Usa
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La brama di oro cresce a dismisura tra gli investitori. L'attivismo delle banche centrali nel tagliare i tassi e le tensioni geopolitiche continuano a spingere in alto le quotazioni del metallo giallo che si sono portare a nuovi livelli record sopra l'asticella dei 2.700 dollari l'oncia. In questo 2024 l'oro è salito di valore di oltre il 30%, facendo meglio rispetto a Wall Street (l'indice S&P 500 segna +22%).

Per gli analisti l'appeal dell'oro è destinato a rimanere elevato nei prossimi mesi. «Con una Federal Reserve accomodante, l'instabilità geopolitica in corso e gli acquisti sostenuti delle banche centrali, vedere i prezzi raggiungere i 3mila dollari entro la fine dell'anno è possibile», è l'indicazione di Ricardo Evangelista, analista di ActivTrades. Traguardo a 3mila dollari l'oncia, ossia un altro +11% rispetto ai livelli attuali, a portata di mano anche secondo Bank of America. La casa d'affari statunitense sottolinea come l'oro sia sempre più attraente in quanto altri asset rifugio tradizionali, come i titoli di Stato statunitensi, affrontano rischi crescenti. «Con le persistenti preoccupazioni per le esigenze di finanziamento degli Stati Uniti e il loro impatto sul mercato dei Treasury, il metallo giallo potrebbe diventare l'ultimo bene rifugio percepito», rimarca BofA. Oltreoceano il problema del debito non appare di facile gestione e il Committee for a Responsible Federal Budget ha stimato l'impatto dei piani fiscali di Trump (+7.500 miliardi di dollari dsi debito) e della Harris (+3.500 miliardi). Anche Goldman Sachs vede il metallo pregiato salire ancora (target a 2.900 dollari per l'inizio del 2025) per due motivi. In primo luogo, un calo più rapido dei tassi d'interesse a breve termine in Occidente e in Cina; l'altro motivo è che si sta ancora sottovalutando il ritmo di crescita degli Etf con sottostante l'oro fisico, reduci da cinque mesi consecutivi di afflussi netti e a settembre hanno attratto ben 1,4 miliardi di dollari. La domanda più sostenuta è quella degli investitori statunitensi.

Ulteriore indizio della fortissima domanda in arrivo dagli Stati Uniti è il successo dell'esperimento inaugurato un anno fa da Costco. La catena americana di ipermercati all'ingrosso è diventata un punto di riferimento per gli appassionati di metalli preziosi dopo che ha iniziato a offrire «lingottini» da una oncia agli acquirenti fisici e online, una mossa che ha spopolato così tanto che a inizio ottobre il 77% dei punti vendita Costco segnala l'esaurimento delle scorte di lingottini.

Il boom di interesse degli investitori retail statunitensi si va a sommare agli altri elementi trainanti: la discesa dei tassi di interesse, gli acquisti da parte delle banche centrali che vogliono diversificare le riserve dal dollaro Usa e la ricerca di un porto sicuro in una situazione di acuta incertezza geopolitica.

Lo scorso anno le banche centrali hanno aumentato di 1.037 tonnellate le loro riserve aurifere, poco sotto il record 1.082 tonnellate segnato nel 2022.

Paesi quali Cina, Turchia e India sono quelli con maggiore appetito di lingotti. «Ci aspettiamo che la domanda delle banche centrali rimanga forte nel contesto dell'attuale clima economico e delle tensioni geopolitiche», indica Ewa Manthey, commodities strategist di Ing.

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