Camilla Conti
«Rapporti costruttivi». È il mantra ripetuto nelle ultime settimane dal portavoce della Commissione Ue che sta trattando con il governo la ricapitalizzazione precauzionale di Pop Vicenza e Veneto Banca. Il termine è stato usato nuovamente ieri: «Sono in corso contatti costruttivi con l'obiettivo di raggiungere una soluzione per le due banche conforme alle regole Ue, senza il bail-in degli obbligazionisti senior. I correntisti in ogni caso saranno completamente protetti», ha detto il portavoce del commissario Margrethe Vestager. Confermando la dichiarazione del ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan che, in mattinata, ha assicurato: «La soluzione è ormai prossima, non contemplerà alcuna forma di bail-in, obbligazionisti senior e depositanti saranno in ogni caso pienamente garantiti; le interlocuzioni con le istituzioni europee sono incoraggianti». Padoan dovrà spiegarsi meglio oggi al question time della Camera perchè il Pd ha presentato un'interrogazione sullo stato delle trattative con le autorità europee. Resta da capire se, dove e come, verranno trovati gli 1,2 miliardi chiesti da Bruxelles ai privati in cambio del via libera all'ingresso del Tesoro nelle banche venete. Lo schema sarebbe questo: garantiti bond senior (quelli non subordinati, parliamo di quasi 13 miliardi) e i depositi, a pagare sarebbero gli azionisti (dunque soprattutto Atlante) e gli obbligazionisti junior (venduti in passato a soci storici e dipendenti), tranne i casi in cui verrà accertata la vendita fraudolenta dei titoli.
Quanto basta per placare gli animi del cda della Vicenza riunito ieri - oggi ci sarà quello di Veneto Banca - e scongiurare l'ipotesi di dimissioni al vertice dell'istituto berico circolata alla vigilia della riunione: «Il consiglio si è svolto in un clima sereno perché è stato preceduto dal comunicato del ministro Padoan che ha rassicurato sulla brevità dei tempi e sulla possibilità di trovare una soluzione, a cui è seguito anche quello della Ue. Ci sentiamo rassicurati e anche il mercato ha preso bene la cosa: «Abbiamo visto la quotazione dei bond senior recuperare il 10%», ha detto Gianni Mion, presidente della Pop Vicenza, riferendosi alle due obbligazioni in scadenza marzo 2020 e ottobre 2018. Anche Veneto Banca ha un senior (maggio 2019) ma a preoccupare è soprattutto il bond subordinato da 150 milioni in scadenza il 21 giugno che andrebbe rimborsato entro domenica 18. Il problema è che in caso di mancato rimborso scatta il default, ma se invece viene rimborsato la banca violerebbe la par condicio dei creditori con il rischio di bancarotta preferenziale. L'istituto può chiedere alle autorità 30 giorni di tempo per capire cosa fare in vista dell'eventuale procedura di ricapitalizzazione precauzionale che prevede il burden sharing dei subordinati (circa 1,2 miliardi in totale fra le due banche).
Sempre che i privati mettano sul piatto 1,2 miliardi. La «colletta di sistema» per ora ha visto sfilarsi il Banco Bpm, Ubi, il fondo Atlante e Mps mentre Mediolanum ha dato il suo assenso di massima. Il peso maggiore ricadrebbe dunque sulle spalle di Unicredit (dove ieri è stata apprezzata la coincidenza di dichiarazioni di Roma e Bruxelles) e Intesa Sanpaolo. Che in cambio di uno sconto sull'obolo da versare, potrebbero essere incaricate di studiare una strategia di rilancio più attiva delle due venete la cui fusione sembra al momento congelata.
Ieri Intesa ha riunito il cda portando sul tavolo un'informativa: «Il presidente, l'ad e l'intero board seguono il dossier con senso di responsabilità istituzionale», ha commentato il consigliere Giovanni Costa al termine della riunione. Aggiungendo che «ci vorrà «il tempo necessario».
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