Brutta sorpresa per Salini Impregilo: la trattativa con l'Autorità del Canale di Panama sugli extracosti è saltata, e i cantieri potrebbero chiudere. «Una decisione illogica, che danneggerà il commercio mondiale, e mette a rischio diecimila posti di lavoro», commenta allarmato il Gupc, il consorzio imprese guidato dalla spagnola Sacyr, di cui fa parte il general contractor italiano, che dava invece per scontata la sigla in serata dell'intesa con Panama.
Ma quei costi imprevisti delle operazioni di ampliamento che, secondo il consorzio, ammontano a 1,6 miliardi di dollari, da aggiungere ai 3,2 miliardi di dollari della commessa totale, si sono rivelati un ostacolo più grande del previsto. Il consorzio aveva minacciato la sospensione dei lavori già a fine dicembre in caso di mancato versamento degli extracosti, dovuti, secondo il Gupc, a problemi geologici non previsti e rilevati in corso d'opera. A questa «posizione inflessibile» Jorge Quijano, presidente dell'autorità del Canale di Panama, imputa la rottura delle trattative, accusando il consorzio di aver sospeso i lavori, pur senza escludere la possibilità di raggiungere comunque un accordo: «Noi non ci ritiriamo dal tavolo - dice - ma la finestra per trovare un'intesa si sta chiudendo minuto dopo minuto», mentre c'è l'interesse di altri gruppi a terminare l'opera (si è parlato spesso dell'americana Bechtel). E conclude: «I lavori andranno avanti, con o senza il consorzio».
Dal canto suo, il Gupc nega l'intenzione di sospendere i lavori, si dice ancora alla ricerca di una soluzione di finanziamento per completare il progetto nel 2015, come previsto. Le imprese invitano quindi l'Autorità ad abbandonare la sua posizione «ingiustificatamente rigida» e ad «unirsi al consorzio nello sforzo per raggiungere una soluzione che permetta di terminare il progetto come previsto dal contratto e dalle leggi applicabili». Senza una soluzione immediata, si va incontro ad anni di controversie dinanzi ai giudici nazionali ed internazionali. Il colpo di scena sconcerta anche le diplomazie politiche che si erano spese per trovare un accordo che accontentasse tutte le parti. Lo stesso presidente di Panama, Ricardo Martinelli, martedì, poco prima di un colloquio con il premier italiano Enrico Letta, si era spinto a dichiarare che un buon accordo era imminente. Invece è arrivato lo stop improvviso: «Una notizia inattesa» per il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, impegnato in una mediazione fra le parti in causa da qualche settimana. «Confido e spero che le parti rivedano le loro posizioni nei prossimi giorni - ha commentato - perchè un'interruzione dei lavori sarebbe una cattiva notizia per l'occupazione, l'economia globale, l'ampliamento del canale e per le stesse parti».
E la rottura delle trattative da parte dell'Autorità centramericana ha penalizzato i titoli delle aziende coinvolte. A Piazza Affari Impregilo ha perso l'1,06%: più pesante, a Madrid, la capofila Sacyr, che ha lasciato sul terreno il 6,42 per cento.
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