Parigi pronta a crescere in Alitalia, ma con Etihad. Bruxelles: "Caso difficile"

De Juniac: "Opzione aperta". Renzi incontra uno sceicco interessato all'operazione. PerAir France, 2013 in profondo rosso: -1,8 miliardi

Parigi pronta a crescere in Alitalia, ma con Etihad. Bruxelles: "Caso difficile"

Presentando i (pessimi) risultati 2013 del suo gruppo, Alexandre de Juniac, presidente e direttore generale di Air France-Klm, ha «riaperto» ad Alitalia. «Mai detto che Alitalia è un capitolo chiuso. Ho messo delle condizioni sul tavolo, se queste condizioni saranno rispettate, ritorneremo volentieri». Una capitolazione? Un ravvedimento? Al di là delle interpretazioni, c'è il fatto che la compagnia transalpina, fino a pochi mesi fa primo azionista di Alitalia con il 25%, decidendo di non sottoscrivere l'aumento di capitale è precipitata al 7%. La convinzione corrente è che Parigi abbia giocato d'azzardo, eccedendo in sicurezza, nella convinzione che l'aumento non venisse sottoscritto e che Alitalia, a quel punto, potesse essere rilevata per pochi spiccioli. Come si sa, non è andata così, e i manager francesi devono aver masticato amaro per un bel po'. E ora sembrano voler rimediare. Di certo, da Bruxelles, il caso Alitalia non è dimenticato: «Stavamo parlando con il governo Letta, ora aspettiamo di vedere nel governo Renzi chi sarà il mio interlocutore per riprendere i contatti e continuare la conversazione», ha detto il commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia, avvertendo che «saranno necessarie lunghe e difficili discussioni». E proprio ieri il premier incaricato ha incontrato insieme a Luca Cordero di Montezemolo lo sceicco Khaloon al Mubarak, patron del Manchester City e a capo di un fondo interessato all'operazione Etihad-Alitalia, chiedendogli conferma dell'interessamento per l'operazione che riguarda la compagnia aerea italiana.

La trattativa con Etihad offre scenari e prospettive nuove, e una delle opzioni sul tavolo è quella di un investimento coordinato Air France-Etihad in Alitalia: «È una delle opzioni aperte» ha detto il numero uno del gruppo franco olandese. «Fare qualcosa con Etihad è un'opzione; mi pare di capire che i nostri amici di Etihad abbiano posto condizioni non distanti» da quelle poste da Af-Klm per un investimento nel vettore italiano. Anche se de Juniac ha negato che in questa fase siano in corso colloqui con Abu Dhabi riguardanti Alitalia, sembra trovare conferma quel «triangolo» che andrebbe a costituirsi con una forte alleanza euro-araba, e che avrebbe per angoli Abu Dhabi, Roma e Parigi. Anche la recente cancellazione dallo statuto di Alitalia dell'obbligo di Opa quando due o più soci detentori del 50% agiscano di concerto, sembra essere un tassello di questo stesso mosaico: le partecipazioni di Etihad e Air France potranno, dunque, sommarsi superando liberamente anche la metà del capitale. De Juniac ha d'altra parte negato che siano all'orizzonte scambi azionari tra Air France ed Etihad; attualmente c'è solo la condivisione dei profitti su alcune tratte, un accordo analogo a quello in corso tra Alitalia e Etihad. De Juniac ha ribadito l'appoggio al management di Alitalia per proseguire sulla strada della ristrutturazione e ha confermato l'opportunità della scelta di Fiumicino per il ruolo di hub italiano.

Per quanto riguarda lo stato di salute di Air France-Klm, i risultati dell'esercizio 2013, presentati ieri, lo indicano come piuttosto grave. Su un fatturato di 25,52 miliardi, aumentato solo dello 0,4% sul 2012, la perdita netta è stata di 1,827 miliardi, per 923 legati a svalutazioni.

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