PartnerRe respinge Exor Elkann: «Andiamo avanti»

Il gruppo assicurativo delle Bermuda punta a sposarsi con Axis Capital Torino: «Decideranno gli azionisti»

PartnerRe respinge Exor Elkann: «Andiamo avanti»

Exor non accetta rifiuti e si prepara a dare battaglia per conquistare PartnerRe, dopo che ieri il colosso delle riassicurazioni Usa ha rinviato al mittente la proposta di nozze da 6,4 miliardi di dollari in contanti avanzata, tre settimane fa, dai torinesi. Un'offerta sostanzialmente in linea con i multipli di settore, ma ritenuta non adeguata. «Nonostante i numerosi tentativi effettuati dal cda di PartnerRe di negoziare sul prezzo, Exor ha affermato che la sua offerta a 130 dollari per azione sarebbe stata la sola e la migliore» ha spiegato la società Usa. Troppo poco per il cda di PartnerRe che ha quindi confermato di voler procedere con la fusione, annunciata lo scorso gennaio, con Axis Capital per la costituzione di un colosso nelle riassicurazioni da 11 miliardi di dollari (controllato al 52% dagli azionisti di PartnerRe). In Borsa Exor ha chiuso a 41,9 euro (+1,5%)

La finanziaria degli Agnelli non getta comunque la spugna e, in un comunicato stampa, annuncia il suo impegno nel «proseguire nella sua operazione, alle condizioni proposte» e di essere «fortemente determinata a raggiungere una rapida conclusione». Sulle modalità Exor, interpellata, non si pronuncia. Nelle note di chiusura del comunicato peraltro si ipotizza un'eventuale futura pubblicazione di un prospetto per le sollecitazioni di deleghe di voto. All'orizzonte potrebbe quindi esserci una battaglia assembleare a suon di deleghe. La sola certezza, almeno per ora, è che la parola passa agli azionisti di PartnerRe chiamati quanto prima a deliberare la fusione con Axis Capital per completare così, come previsto, l'integrazione entro settembre. Un'assemblea che potrebbe risultare particolarmente infuocata se venissero portate avanti le istanze di Exor.

Per la finanziaria infatti «l'operazione di PartnerRe con Axis è il risultato di un processo difettoso», causato anche, a suo dire, dal mancato pieno impegno di PartnerRe con Exor in merito la proposta della holding. La società torinese puntualizza poi che «la proposta di Exor è finanziariamente superiore (rispetto a quella di Axis ndr), non ha condizioni di finanziamento, può essere perfezionata velocemente e prevede il mantenimento e lo sviluppo della squadra di PartnerRe». La finanziaria degli Agnelli contesta infine la previsione di un dividendo straordinario di 11,5 dollari per gli azionisti di PartnerRe e condizionato all'integrazione con Axis.

Lo stop momentaneo all'operazione non è comunque, almeno per ora, ritenuto un fattore penalizzante per Exor da parte degli analisti che hanno apprezzato le motivazioni alla base dell'offerta di PartnerRe, pur con qualche dubbio sui prezzi non particolarmente convenienti.

L'acquisizione consentirebbe alla holding degli Agnelli di diversificare in un business globale, a bassa ciclicità, capace di pagare dividendi ricorrenti e a intensità di capitale inferiore rispetto a quella delle partecipazioni storiche (Fca e Cnh). Insomma tutto bene, purché non si vada a rilanci.

Il titolo Exor ha terminato la seduta in Piazza Affari in progresso dell'1,5% a un prezzo di 41,9 euro

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