Economia

Il Pd prepara la nuova Irpef. Ecco perché sarà un disastro

I dem pronti a varare il nuovo sistema fiscale "alla tedesca". Ma i calcoli sulla progressività non tornano. Ecco perché

Il Pd prepara la nuova Irpef. Ecco perché sarà un disastro

I dem non hanno ancora chiuso il capitolo patrimoniale che già pensano a come sistemare le prossime tasse per il 2021. Il Pd adesso incalza la maggioranza per un nuovo sistema fiscale totalmente basato su quello tedesco. Di fatto una nuova Irpef teutonica che potrebbe complicare e non poco la vita dei contribuenti (già confusi tra scaglioni e detrazioni). Ad illustrare il nuovo piano fiscale è stato il responsabile all'economia dem Emanuele Felice. Ovviamente gli annunci dem non scendono nel dettaglio della riforma e nascondono tra le righe i rischi di calcolo: "L'Italia ha oggi un sistema fiscale che pesa troppo sui lavoratori e sul ceto medio, mentre favorisce la rendita e, grazie alla selva di detrazioni, è addirittura regressivo per i redditi alti. Si pensi che oggi per chi guadagna più di 28mila euro l aliquota balza improvvisamente dal 27 al 38%. È un sistema ingiusto, dobbiamo cambiarlo. Dobbiamo avere come modello gli altri paesi avanzati. Come Partito Democratico proponiamo una riforma fiscale che torni a rendere il nostro fisco, nello spirito della Costituzione, pienamente progressivo: riducendo il carico sui ceti medi, semplificando la giungla di agevolazioni e sussidi". Fate molta attenzione all'ultima parte. "Semplificare la giungla di agevolazioni", significa una sola cosa: ridurle o eliminarle. Il che ha il sapore della beffa. Infatti il nuovo sistema "progressivo" alla tedesca potrebbe portare in tasca qualcosa in più per alcuni scaglioni ma pagando un carissimo prezzo: lasciare per strada tutte le detrazioni finora previste.

Poi sempre Felice ha spiegato come funziona il sistema copiato da Berlino: "La nostra riforma si traduce nella riduzione delle tasse per i lavoratori e il ceto medio, rende l evasione meno conveniente agevolandone il contrasto, promuove l utilizzo produttivo della ricchezza e così anche la crescita economica. Il modello è il sistema tedesco aggiunge l esponente dem - dove la tassazione aumenta con una progressività continua in base al reddito, da 0 fino al 44%. È un sistema semplice (basta scrivere il proprio reddito e ne risultano automaticamente aliquota e imposte). Di fatto è altrettanto semplice della flat tax, ma la nostra ha una logica opposta: l equità e la redistribuzione. Mentre la flat tax toglie ai ceti medi per dare a chi ha già, noi facciamo il contrario". E qui si apre un'altra riflessione. Solo qualche mese fa era stato ad esempio Luigi Marattin (membro proprio di questa maggioranza) a mettere in discussione l'efficacia di questa nuova macchina fiscale in rampa di lancio coi giallorossi: "Il modello tedesco è basato su una formula matematica molto complessa e al contribuente viene solo detto quante tasse deve alla fine pagare, senza che capisca il perché".

Lo stesso Marattin aveva definito opaco il sistema tedesco creando non pochi problemi al singolo contribuente. E su questo fronte era intervenuto anche il professor Cottarelli mettendo in guardia da una facile riforma "copia e incolla" come quella che ha già preparato il Pd: "Nella sostanza, però, i due sistemi non sono poi così diversi – aveva spiegato Carlo Cottarelli - . La tassazione media per ogni livello di reddito (cioè il rapporto tra tassa pagata e reddito), che è quello che più interessa al contribuente, cresce in entrambi i paesi in modo regolare e non troppo dissimile. Un cambiamento nel livello di progressività, se questo è quello che il governo intende ottenere, potrebbe essere quindi raggiunto anche con un numero più limitato di scaglioni e aliquote marginali senza passare al più complesso modello tedesco". Il Pd però continua ad ignorare l'unica vera riforma fiscale che permetterebbe davvero di abbattere la confusione nelle tasche dei contribuenti: la flat tax. Una tassa più piatta capace di eliminare una volta e per tutte il sistema fiscale italiano bloccato nelle sabbie mobili delle aliquote e degli scaglioni. Infine, come aveva già ricordato il Giornale qualche tempo fa, il sistema italiano risulta essere molto più progressivo di quello tedesco e per alcune fasce di reddito, soprattutto quelle medio basse, l'aliquota è più conveniente in Italia. La vera differenza la fa il numero di figli e l'attenzione del sistema tedesco alle famiglie. Non basta copiare un algoritmo per sistemare le cose.

E il governo, finora, per le famiglie ha fatto davvero poco.

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