Pininfarina va agli indiani Salvataggio da 150 milioni

Mahindra rileva il 76% della storica carrozzeria e prepara l'Opa a 1,1 euro. Crolla l'azione (-68%)

Pierluigi BonoraIl colosso indiano Mahindra & Mahindra ha siglato un accordo con Pincar per l'acquisto del suo 76,063% di Pininfarina. Quindi lancerà un'Opa sul capitale restante a 1,1 euro per azione, rispetto ai 4,2 euro della chiusura di venerdì. La quota di Pincar, oggi in pegno alle banche, verrà acquistata per un controvalore di 25,3 milioni. L'operazione dovrebbe chiudersi nel primo semestre del 2016 e Paolo Pininfarina resterà presidente della società, mentre la famiglia torinese deterrà alla fine l'1,2%. Sarà anche mantenuta la quotazione delle azioni ordinarie in Borsa. Ieri pomeriggio, all'annuncio dell'intesa (previste garanzie sui debiti per altri 110 milioni e un aumento di capitale, successivo all'Opa, di 20 milioni), le azioni sono crollate di oltre il 60% per poi chiudere ancora più pesantemente: -68,8% a 1,31 euro.A tranquillizzare il mercato è dovuto intervenire l'ad Silvio Pietro Angori: «L'operazione, per complessivi 150 milioni, permetterà di far emergere la società con un completo riequilibrio dell'esposizione debitoria, con saldo e stralcio di una quota pari a quasi il 60% del debito corrente, mentre quello residuo sarà riscadenziato a 10 anni e garantito da Mahindra. L'operazione consente poi la creazione di un gruppo di design e ingegneria capace di competere con i più grandi concorrenti globali, grazie alla distinzione portata dal marchio Pininfarina e dai servizi di ingegneria, a costi competitivi apportati da Tech Mahindra». Secondo Angori, «tutti gli azionisti sono stati trattati bene, anche quelli piccoli, visto che avranno la possibilità di vedere i loro titoli, nel medio e lungo termine, più valorizzati».Di vero «punto di svolta» ha parlato Paolo Pininfarina, presidente della storica azienda torinese: «L'accordo con il gruppo indiano era la migliore soluzione; ci sarà la possibilità di ampliare le nostre opportunità in più parti del mondo e immagino un futuro in cui l'auto avrà, per Pininfarina, sempre il suo ruolo. Sono le nostre radici. Questo accordo ci può dare opportunità di sviluppo e il ruolo di design globale anche in quei mercati dell'Asia di cui non è stato ancora sfruttato il potenziale. Il Dna dell'azienda resta italiano». Rassicurati anche i sindacati sul mantenimento dei livelli occupazionali. E, in proposito, non sono state escluse altre assunzioni in futuro.«È un onore per noi collaborare con la leggendaria famiglia Pininfarina - il commento di CP Gurani, ad di Tech Mahindra -: Pininfarina è un marchio iconico come Fiat, Ferrari e Vespa. Resterà italiano, ma grazie a noi arriverà a livello globale. E potrà essere presente in altri settori come l'aerospace, l'engineering e l'immobliare. Festeggeremo i 100 anni».

Evaporata Bertone (Fca si è presa lo stabilimento di Grugliasco dove produce le berline a marchio Maserati, mentre l'asta della preziosa collezione storica di modelli è andata all'Asi, l'Automoto club storico italiano) e con Italdesign Giugiaro, passata totalmente ad Audi, anche Pininfarina è ora in mani straniere, scelta che è valsa la salvezza dell'azienda e la garanzia di un futuro importante. Nell'automotive, Ducati e Lamborghini fanno pure parte di Audi Group, mentre la maggioranza di Pirelli è controllata dai cinesi.

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